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Roma, intrigo russo

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Nella capitale da qualche giorno non si parla d'altro. Da una parte arrivi su jet privati all'aeroporto di Ciampino, scorte blindate e incontri clandestini in questo o quell'albergo con tanto di offerte milionarie sul tavolo. Insomma, la «famosa» cordata russa, ufficializzata dallo stesso Baldini la settimana scorsa, che sarebbe pronta ad acquistare il pacchetto di maggioranza della Roma. Dall'altra la società giallorossa che prima ammette un interessamento estero importante, poi nega tutto con un comunicato ufficiale secondo il quale «nessuna offerta concreta sarebbe mai stata fatta dalla società Nafta Moskva per l'acquisto della società A.S. Roma S.p.A.». Cosa per altro confermata nell'ultimo Cda della società (tenuto giovedì pomeriggio, ndr) nel quale «non si è discusso di offerte relative alla summenzionata partecipazione, nonchè dell'operazione di ricapitalizzazione della A.S. Roma S.p.A.». Bene. Ma il comunicato va letto, anzi interpretato, tra le righe. Perché il fatto che nessuna offerta per «la propria partecipazione» nel club giallorosso, potrebbe non voler dire che non ci sono state offerte per acquistare la Roma magari tramite qualche altra società. Il comunicato sembra piuttosto un modo per mettersi al riparo da ripercussioni Consob o cose del genere, perché in realtà l'unica offerta vera e concreta per acquistare la Roma è proprio quella, unica data per credibile da Baldini qualche giorno addietro. La sensazione è comunque che non bisognerà aspettare ancora molto per sapere tutta le verità sulla vicenda. Intanto a Roma i russi sono, ovviamente, già una leggenda. C'è chi giura di averli visti comprare costosissimi capi d'abbigliamento, o di averli notati all'interno di questo o quel lussuoso albergo. Insomma, a Roma è caccia al russo e i truffatori arrestati ieri perché spacciatisi proprio per i fatidici russi (in realtà era una banda di malfattori rumeni, ndr), sono solo l'estrema sintesi di una sindrome diffusasi rapidamente in tutta la città. Sull'argomento «russi» iniziano a trapelare anche i pareri dei giocatori giallorossi. Dopo Totti che aveva aperto alla possibilità con un «basta che parlino italiano» sintomatico, ieri anche Montella si è detto fiducioso sulla possibilità. «La Roma è una società con scopo di lucro — ha detto l'attaccante a SPRQ Radio — la passione non esiste più, ormai nel calcio si parla soprattutto di bilanci. E allora, visto che le frontiere sono aperte, non vedo perché dovremmo guardare con sospetto un gruppo di russi interessati alla Roma. Sensi ha fatto grandi cose per la Roma, vogliamo accontentarlo regalandogli il secondo scudetto. Sarebbe l'unico presidente giallorosso ad avere vinto due titoli». L'unico a non batter ciglio sulle vicende che ruotano attorno alla Roma, è proprio Capello: forse perché il tecnico sa già tutto e ha ben chiaro lo scenario che si andrà delineando. Capello è l'unico che continua a parlare solo di pallone e di scudetto. Ci crede, lo vuole. «Sono fiducioso possiamo farcela» ha detto ieri agli inviati di Al Jazeera arrivati fino a Trigoria. «Totti? Sono d'accordo con Maradona — ha chiuso Capello — è il numero uno al mondo». Poi in un'altra intervista a Sky il tecnico giallorosso ha fatto riferimento al futuro aprendo la pista inglese: «Desidero andare in un campionato che conosco poco con mentalità, agonismo e modo di vita differente: l'Inghilterra...Mi piace molto l'Arsenal di Wenger e il Chelsea del mio amico Ranieri ma il Tottenham mi intriga molto se avesse l'ambizione e la forza di fare una grande squadra».

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