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di MASSIMO CICCOGNANI DIMENTICATEVI i giudizi, almeno per questa volta.

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Detto e ridetto, ma poco importa. Contano i club, le alzate di testa di Ancelotti e compagnia bella e così ecco partorito un «tre per uno» che non fa male a nessuno, o meglio non fa male ai club, ma alla Nazionale certamente sì. Povero Trapattoni. A quattro mesi dagli Europei torna a masticare amaro, costretto a schierare a Palermo una Nazionale che nel primo tempo ha ben poco dell'undici che il tecnico vorrebbe schierare in Portogallo. È lo stato d'animo di un mondo del calcio sempre più in mano ai club e sempre meno interessato agli affari della Nazionale. Forse era meglio non giocarla questa amichevole con la Repubblica Ceca. Non serve a Trapattoni e non serve neppure all'immagine del calcio, sebbene Palermo abbia riservato la solita calorosa accoglienza agli azzurri. Certo, vedere Bettarini esordire in azzurro a 32 anni, fa un certo effetto. E comunque, qualche spunto di un certo interesse, la gara di Palermo l'ha riservata. In particolare ha detto che Totti è e rimane l'insostituibile nella nazionale del Trap, un faro anche nelle notti meno luminose. Con lui in campo c'è qualità. Illumina il gioco, non si risparmia e serve palloni invitanti ai compagni. Ma soprattutto sotto osservazione c'erano Del Piero e Vieri. L'interista voleva riscattarsi in azzurro dell'opaco periodo in nerazzurro e c'è riuscito, segnando il gol del momentaneo vantaggio azzurro dopo aver centrato anche un palo. Avrebbe meritato anche il secondo gol, regolarissimo, ma annullato per una svista arbitrale. In particolare è piaciuta l'intesa con Francesco Totti. Il romanista lo ha cercato con insistenza e i due hanno mostrato un interessante affiatamento. Chissà che non si realizzi il sogni del capitano della Roma di vederlo al suo fianco in maglia giallorossa. Sarebbe niente male davvero. Bene anche lo juventino, che in casa vede sempre come una strega la concorrenza di Marco Di Vaio. S'è mosso con intelligenza sull'esterno sinistro, giocando con puntiglio ma anche con acune tattico. Per il resto Italia bella a tratti. Ma come detto non era questo il test per valutare gli azzurri. Verranno tempi migliori. Ad augurarselo è soprattutto Trapattoni che dopo la prodezza di Di Natale sperava di consolarsi con un successo per dimenticare che non era quella la sua Nazionale. A riportarlo sulla terra ci ha pensato Rosicki che ha beffato la retroguardia azzurra per il definito 2-2. Quanto a Nedved, la partita di Palermo resterà nella sua mente sopratutto perchè in quelle stesse ore è uscita la vice che potrebbe lasciare la Juve a fine stagione. Sua la mezza conferma («L'Inghilterra mi affascina, vedremo»), e da Londra spunta l'offerta del Chelsea di Abramovich.

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