di PAOLO DANI OPERAZIONE Portogallo al via.

Partenza in salita quella scelta dagli azzurri per questa prima amichevole del 2004: i ceki infatti sono teste di serie agli Europei (l'Italia no), sesti nel ranking Fifa ed imbattuti da oltre 2 anni. Per di più, portiere a parte, possono mettere in mostra tutte le loro stelle, a cominciare dal Pallone d'Oro Nedved. Sfida nella sfida quella con Totti, uno di quelli su cui può contare questa Italia, messa insieme tra infortuni e veti dei club. Un'Italia costruita con il bilancino da Trapattoni, che per non scontentare i club ha deciso di puntare sul numero tre. Tre sono infatti le novità di Palermo (Barone, Volpi e Bettarini), tre sono i giocatori delle grandi squadre chiamati dal ct: tre rossoneri (Nesta, Pancaro e Pirlo), tre romanisti (Totti, Panucci e Delvecchio), tre juventini (Del Piero, Buffon e Legrottaglie), tre laziali (Oddo, Fiore e Corradi) e tre nerazzurri (Vieri, Toldo e Adani). Un autentico capolavoro, di cui Delvecchio è stato la ciliegina sulla torta. Perso Cassano per infortunio a lista già diramata, è saltato fuori Delvecchio, che non gioca in azzurro dalla gara di agosto in Germania e che in questa stagione con la Roma ha passato più tempo in tribuna o in panchina che in campo. «Ho utilizzato il buon senso - ha spiegato il ct - e poi ho soddisfatto anche le mie esigenze tecniche». Colpa del calendario. Quello della Fifa, che ha scelto un giorno infrasettimanale per queste amichevoli, ma anche e soprattutto di quello della serie A, che prevede la prossima giornata il derby di Milano, oltretutto anticipato al sabato. Trapattoni vuole che nessuno snobbi le amichevoli pre-Europei ma allo stesso tempo è pronto ad andare incontro a giocatori e società. Tra il ct e la sua Italia ci si è messo anche qualche infortunio di troppo visto che i problemi fisici di Cassano hanno fatto seguito a quelli già certificati di Cannavaro, Filippo Inzaghi, Cristiano Zanetti e Camoranesi. Assenze che hanno riaperto le porte della Nazionale ad Adani, Nervo e Di Natale. Possibilità praticamente nulle di andare agli Europei, ma tanta voglia di fare bene in azzurro. Per loro Italia-Repubblica Ceca conta qualcosa. Come per gli esordienti Barone, Volpi («se ci sono defezioni - ha spiegato il ct - potrebbero rientrare nel gruppo») e Bettarini («non è qui per caso, nel suo ruolo siamo carenti»), convocati numero 71, 72 e 73 dell'era Trap, o per Legrottaglie, Ferrari e Pancaro, che devono difendere il loro traballante posto nella lista dei 23 per gli Europei. Sarebbe stata importante anche per gente come Miccoli o Di Vaio, che forse devono recuperare posizioni nella gradutoria del ct rispetto a Cassano, per Gattuso, Ambrosini, Tacchinardi e anche Tommasi, tutti in corsa per trovare posto tra i centrocampisti che andranno in Portogallo. E invece niente. Tutti a casa, bloccati da veti o infortuni. A parte un pò di curiosità per i nuovi, è ovvio che tutte le attenzioni di Palermo saranno rivolte ai tre uomini immagine di questa Italia: Totti, Vieri e capitan Del Piero, fascia al braccio in assenza dell'infortunato Cannavaro. Se togliamo Fiore (il posto sulla destra dovrebbe essere di Camoranesi, anche se vista la condizione attuale del biancoceleste non è detto), contro i cechi giocherà almeno un tempo (Trap, che con il collega ceco si è accordato per undici sostituzioni, farà due squadre) l'attacco titolare dell'Italia ai prossimi Europei. E non deve deludere. Anche perchè la Repubblica Ceca non è un avversario facile: sono gli ultimi ad avere battuto la Francia campione in carica e noi li abbiamo superati appena una volta in 51 anni negli ultimi 11 confronti (successo firmato da Baggio e Schillaci al mondiali del '90). I ceki non perdono da 19 partite: 15 vittorie e 4 pareggi. Da quando è nata la Repubblica Ceca, due sconfitte in altrettante sfide per gli azzurri. Una sorta di bestia nera.