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di GIOVANNI MIGLIORI PALERMO — Totti vuole rimanere a Roma: a vita.

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«Imparare il russo? Se arriveranno questi benedetti russi, spero che parlino loro l'italiano...», dice il numero 10 in risposta alle domande sull'interessamento al club giallorosso da parte della Nafta Movska. A conferma che per ora il suo pensiero è tutto giallorosso. «Se arrivano, volentieri: l'importante è che si costruisca una grande Roma», aggiunge. Quanto alle pressanti richieste, da Platini a Nedved, di provare una squadra diversa dalla Roma, Totti è ancora più esplicito: «Ringrazio Pavel per il consiglio, oltre che per le belle parole sul Pallone d'oro - ha detto il romanista - Però penso sia un consiglio sbagliato: la Roma è una grande squadra, con voglia di vincere e ambizioni. Sono il capitano, non è giusto lasciarla ora. Voglio restare a Roma il più a lungo possibile. Al Nord si vince di più? Lo dicono le statistiche. I motivi magari li so, ma non si dicono. In ogni caso ho un contratto fino al 2006, se poi la società vuol vendermi è un'altra questione». Intanto, Totti pensa alla Roma di quest'anno: «Ad Ancona abbiamo perso un'occasione: prima di pensare alla Champions del Milan, dobbiamo tornare a vincere noi». Nel ritiro azzurro, a Coverciano prima di partire per Palermo, Totti ha poi incrociato le armi anche con un altro juventino. «Come ci siamo salutati? Normalmente, con una stretta di mano...», dice Del Piero senza pensare al'ironia delle quattro dita rivolte qualche domenica fa a Tudor. Lo juventino ricorda di aver chiarito con il romanista già tutto il lunedì: »Il calcio nel sedere? Non glielo ho dato, e non c'era neanche bisogno di far la pace». Buffon difende l'amico in giallorosso: «Conosco Francesco da 10 anni, so che quello non era un gesto antisportivo, ma solo un modo di scherzare. Se non me lo ricordavano, quando l'ho visto neanche ci avrei pensato...In ogni caso, a Francesco ho già detto che il prossimo anno lo restituisco«. Mentre Vieri sfila via anche questa volta in silenzio, in apparenza per nulla indispettito dai fischi che una parte dei 3000 spettatori dell'allenamento gli ha riservato in un paio di occasioni durante la partitella, chiude Del Piero in chiave azzurra: tra infortuni, rifiuti, assenze, lo juventino sarà capitano. «L'attaccamento alla maglia? Tra di noi siamo d'accordo, non dobbiamo sottovalutare partite come questa, al di là del valore tecnico. Sono occasioni per fare gruppo in vista dell'Europeo». E magari di scherzare su Roma, i russi, le lontananze dal Cupolone e gli amichevoli calci nel sedere.

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