di GIANFRANCO GIUBILO FINALMENTE, la Nazionale.

Per esempio, potrebbe sembrare strano che il Presidente della Lega attacchi gli arbitri, ma Galliani ci ha abituati agli sdoppiamenti di personalità. Si arrabbia Moratti, che ha i suoi buoni motivi e non dispone di poltrone all'interno del Palazzo. Però deve rendersi conto che i designatori Bergamo e Pairetto (che sono, avrebbe detto Antonio nella sua orazione per Cesare, «uomini d'onore»), affermano che Pellegrino ha arbitrato benissimo la semifinale di Coppa Italia. Non bastasse, altro giudizio positivo sull'arbitro siciliano viene da fonte assolutamente attendibile: «Mio marito ha diretto benissimo», ha affermato la signora Pellegrino. E «honni soit» chi pensa che possa trattarsi di un modo elegante per non rischiare di trovarsi il consorte tra i piedi anche nei tranquilli pomeriggi domenicali. E poteva mancare Moggi, dopo i sofferti silenzi seguiti alla caduta della Juve all'Olimpico? Puntuale, ricorda che una volta, contro l'Atalanta, la Juve subì due gol irregolari. Ho perso tempo invano per cercare riscontri in qualche almanacco dei tempi della Prima Guerra Mondiale, ma di Lucianone mi fido sulla parola, ci mancherebbe altro! Dunque, ecco la maglia azzurra a ricondurci all'attualità. Parte, dicono, l'operazione Portogallo: con la prima delle amichevoli previste prima dell'esordio con la Danimarca, il 14 giugno a Guimaraes. Dopo la Repubblica Ceca, stasera a Palermo, i collaudi riguarderanno i confronti con il Portogallo, la Spagna, la Tunisia o la Libia, perfino l'Iraq. Con quanto affetto sia accolta questa sfilza di amichevoli dalle società impegnate nella fase conclusiva di un campionato palpitante a tutti i livelli, lo dice il patteggiamento che il Trap è stato costretto ad accettare: massimo di tre convocati per i grandi club, una marea di volti nuovi e tutt'altro che baciati dalle promesse della giovinezza. Spiegare a che cosa possano essere utili questi appuntamenti in azzurro è praticamente impossibile. Quando al gruppo attuale restano sei o sette giocatori di quelli che ci rappresenteranno in Portogallo, vengono a mancare tutti i presupposti. Non sarà possibile collaudare schemi che altri dovranno applicare e che ognuno, comunque, interpreta a suo modo nella rispettiva squadra di club. Non servirà a cementare il gruppo, nell'occasione del tutto provvisorio, per non dire precario. Forse porterà qualche soldo dagli sponsor, loro sì entusiasti di queste parentesi prive di senso comune. Senza considerare la presa per i fondelli nei confronti di chi paga, quando il tempo di gioco effettivo è inferiore a quello perduto per un numero megagalattico di sostituzioni. La sola prospettiva reale è quella di una figura barbina nei confronti di una Repubblica Ceca che ha letteralmente dominato la fase eliminatoria dell'Europa, costringendo la celebrata Olanda agli spareggi. I cechi ci saranno tutti, e moltissimi di loro sottratti ai rispettivi campionati all'estero. Neanche questo è giusto, ma Brucckner conta più di Trapattoni e non ha un Galliani che cambia maschera e toni a seconda del ruolo ufficiale in quel momento interpretato. Ci sarebbe da ridere, se non prevalesse la propensione alle lacrime. Ma fino a quando non si prenderà in seria considerazione il «progetto Platini», con la concentrazione degli impegni internazionali e minori disagi da parte dei club che pagano, continueranno le farse. Come quella della Favorita.