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Il Lecce impone il pari alla capolista L'ucraino replica al gol dell'uruguaiano

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Milan in difficoltà davanti ad un Lecce pimpante che con il suo alfiere Chevanton mette più volte in imbarazzo la retroguardia rossonera. Ancelotti si affida di nuovo al modulo con un'unica punta, Shevchenko, supportato da due giocatori dai piedi buoni come Rui Costa e Kakà. Per nulla intimorito davanti ai campioni d'Europa, la squadra giallorossa parte con il piede sull'acceleratore, con le due punte Chevanton e Bojnov molto alte, impegnate in un pressing asfissiante sui portatori di palla rossoneri. Che sia una domenica di passione per le coronarie di Ancelotti lo si capisce al 4°, quando Kaladze devia in angolo un tiro pericolo di Cassetti. All'ottavo minuto, risposta di Seedorf che sfiora l'incrocio dei pali. È solo una parentesi perché il Lecce ricomincia a macinare gioco, con trame molto strette che hanno come punto di riferimento quasi sempre Chevanton. Dal 12' al 16' minuto il «Via del Mare» applaude a scena aperta i suoi giocatori, vicini alla rete in tre occasioni con Bojnov, Chevanton e Tonetto. Il gol è nell'aria e puntualmente arriva tre minuti dopo. Contatto Cafu-Chevanton con l'uruguaiano che perde l'equilibrio e cade. Lo stesso numero 19 del Lecce si incarica del tiro. Punizione deliziosa con il pallone che va nell'angolo alto, dove Dida non può arrivare. Lo svantaggio non scuote più di tanto il Milan: i rossoneri continuano il loro possesso-palla senza incidere, lenti nelle giocate, non sfruttano quasi mai le fasce, andando a cozzare centralmente contro la muraglia difensiva disposta da Delio Rossi. La squadra di casa invece, gioca principalmente di rimessa, sfruttando la fascia di Cafu: Chevanton, Bojnov e Franceschini mettono in continua difficoltà il brasiliano che deve ricorrere a diversi falli che vengono graziati, più di una volta dall'arbitro Pieri. Al ritorno dall'intervallo Ancelotti ripresenta il Milan orfano di Rui Costa ma con un Tomasson in più. Ed è proprio il danese dopo sette minuti a rendersi utilissimo: sponda per Shevchenko, che liberatosi finalmente dalla guardia di Stovini, batte Sicignano con un diagonale. Il Lecce subisce il contraccolpo psicologico: Ledesma e Bolano, ottimi nel primo tempo, non riescono a tenere il ritmo vertiginoso del loro pressing e la linea Maginot del Lecce arretra. Delio Rossi capisce che è il momento di coprirsi: fuori l'ottimo Franceschini, dentro un difensore, Abruzzese, con Tonetto che va a prendere in campo la posizione dell'ex clivense. Il Milan insiste rendendosi pericoloso al 68° con Cafu e all'ultimo minuto con Nesta che vede respinto il suo colpo di testa da Bolano sulla riga. È l'ultima emozione di una partita non bella ma molto combattuta. Alla fine per Ancelotti va bene così: le notizie che arrivano da Ancona, rendono meno amaro anche questo pareggio.

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