Johansson protagonista a Milano
Qui hanno vinto il loro primo torneo non solo Edberg (1984) ma anche Federer (2001) e, l'anno scorso, Verkerk. Ora Milano potrebbe caratterizzarsi anche in un altro modo, quello di riportare in alto giocatori che per una ragione o per l'altra hanno perduto terreno. È il caso dello svedese Thomas Johansson che non solo ha nel record un successo all'Australian Open (2002) ma è anche stato numero 7 in classifica prima che una delicata operazione al ginocchio lo costringesse a saltare, l'anno scorso, una stagione completa. A 29 anni rientrare non è stato facile ma Johansson ci sta provando. Per il momento si è qualificato per le semifinali battendo in due tie-break che hanno richiesto ben 2 ore e 17 minuti, lo slovacco Karol Kucera, un altro ex top-ten (addirittura numero 6 nel 1998). Era probabilmente la partita più nobile dei quarti di finale ma è stata ingiustamente collocata in apertura di programma. Anche il francese Anthony Dupuis ed il russo Mikhail Youzhny hanno offerto un eccellente spettacolo. Ancorché molto legata ai servizi la partita è stata davvero bella oltre che appassionante. Infatti Youzhny ha avuto due match point nel tie break del secondo set ma ha finito per perdere, sempre al tie-break al terzo, contro un avversario che ricordava molto un altro ex protagonista del torneo, anche lui francese, quel Julien Boutter che qui è stato battuto in finale da Federer tre anni fa. In un certo senso Dupuis ha vendicato il connazionale Mathieu che contro Youzhny aveva perso due anni fa a Bercy un incontro che ha dato alla Russia l'unica Coppa Davis della sua storia.