Baldini su doping amministrativo, situazione societaria, Juve e Totti
Raduna i cronisti e apre il «rubinetto» a 360°. Ecco i concetti principali espressi dal ds giallorosso in circa cinquanta minuti di faccia a faccia con la stampa. Iscrizione corretta «Eravamo disposti anche a passare da coglioni, ma ogni giorno ci sentiamo tirati in ballo indipendentemente dal nostro comportamento. L'informazione che si fa su di noi è grossolana, approssimativa. La nostra situazione è sofferente, ma chiara. Fino al 30 giugno 2003 abbiamo rispettato tutti i requisiti se è vero che siamo iscritti al campionato. Siamo stati iscritti dal Consiglio federale, un luogo dove siedono anche Adriano Galliani e Antonio Giraudo». Doping economico «L'unico modo per non essere tirati in ballo a sproposito ogni giorno è quello di perdere, ma questo non può accontentare chi ha fatto tanti sacrifici. Ogni volta che vinciamo riemerge questa storia del doping amministrativo. Mi sembra almeno strano, ma come si fa a trattare la Roma allo stesso modo di società con crac finanziari?». Il mercato «Il manifestarsi di eventuali irregolarità che avrebbero consentito di muoversi agevolmente sul mercato? Io tutto questo agio non l'ho avuto, anzi spesso mi sono stati chiesti i soldi prima di mettermi seduto al tavolo delle trattative». I suggerimenti «Si parla di doping amministrativo solo quando vinciamo, mi sembra strano pensare che tutto questo non sia suggerito da altri. Mi chiedo se quella di Gazzoni, per esempio, sia una polemica autonoma. Dal patron del Bologna, oltretutto, mi sono arrivate richieste per aiutarli a trovare un contatto per qualche acquirente». I russi «Sono stato contattato dalla cordata russa e ho girato i loro propositi a chi di dovere dopo averne appurato la valenza. Non ho parlato di offerte. Se poi c'è stata una formalizzazione di offerta, se le trattative siano andate avanti o meno, questo non lo so e non mi compete. È compito della società decidere se trattare o meno. Per questo sono stato definito da qualcuno cospiratore. Per fare il bene della Roma a Sensi bisogna portare fatti concreti e non parole. Questo è un periodo di verifiche, la sensazione, però, è quella che si voglia mettere il presidente in condizione di vendere piuttosto che esserci una reale volontà di acquisto della Roma. Sensi comunque ha la solvibilità per risolvere da solo la situazione. Deve solo decidere se ha intenzione di investire ancora risorse ed energie». Scadenze Uefa «C'è molto da fare e c'è da decidere come farlo, ma che si farà non ho dubbi. La nostra linea è quella di lavorare nelle scadenze previste, se poi i termini slitteranno avremo 12 ore al giorno di lavoro anziché 18. Per ora ci atteniamo ai termini fissati. Da sistemare sono gli stipendi (giugno), oltre ai pochi premi maturati lo scorso anno. Poi ci sono contenziosi con squadre estere per alcune acquisizioni (Cufrè e Guigou, ndr). Con il Leeds abbiamo già preso accordi. Contiamo di essere in linea con i programmi». Veltroni e la Roma «La Roma può non essere di romani visto che adesso è di un marchigiano. Non si può dire di voler bene a Sensi in mancanza di interlocutori reali». In serata la correzione della società in un comunicato che definisce «ottimi i rapporti di collaborazione e soprattutto di stima personale del Presidente della Società Franco Sensi nei confronti del Sindaco di Roma Walter Veltroni». Lippi e Juve «Sono d'accordo con Lippi la Roma non sa vincere. Vincere è una cosa alla quale non abbiamo ancora fatto l'abitudine, la nostra storia infatti non è da vincenti. Così come quella della Juventus non è da perdenti. Se loro ci insegneranno a vincere, noi saremo felici di insegnare loro a perdere...». Il 4 di Totti «Quello che ha fatto Totti non sarà stato bellissimo, anche se teatralmente è stato di una bellezza sconvolgente, ma certamente non è an