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Il brasiliano giallorosso sempre più uomo assist: segna e fa realizzare ai compagni

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Le dodici perle del mite Mancini

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Così Mancini, giovane talento brasiliano scoperto da Baldini dall'altra parte del mondo, si era messo a disposzione di Capello, cercando di dimenticare rapidamente il periodo di «parcheggio» a Venezia. Ma la vicenda Bellotto è un'altra cosa. Ora a qualche mese di distanza il «tranquillo» Amantino, un metro e ottanta di classe, forza e tattica, è divenuto uno dei punti fermi della nuova Roma di Capello. Non a caso è proprio lui l'uomo più utilizzato fin qui dal tecnico friulano che ha pescato un jolly inaspettato. Mancini è la vera arma in più della Roma nuovo formato, che fa male soprattutto dalla sua parte del campo: la destra. Sono ben dodici gli assist decisivi del brasiliano che ha fatto segnare praticamente tutti i suoi attaccanti e anche qualche uomo delle retroguardie. Una rete ciascuno per i poco utilizzati Delvecchio e Montella, così come per Emerson. Due gli assist da favola per Panucci: l'uomo che arriva da dietro e ben tre quelli per il capitano giallorosso Francesco Totti: bellissimo quello per la botta al volo contro l'Ancona all'Olimpico. All'appello manca solo il norvegese Carew, che però potrebbe avere la sua chance già domenica prossimo al Conero di Ancona: Capello permettendo. Ma il meglio di se Mancini lo ha fatto con Cassano. Il folletto barese è riuscito a realizzare quattro volte su assist del collega brasiliano che ha finora inciso pesantemente sul bilancio giallorosso. Già, perchè oltre agli assist, Mancini è anche uno che segna e quando lo fa spesso realizza reti importanti. Il tacco nel derby tanto per fare un esempio. Nella sua prima stagione in Italia ha realizzato moltissimo per essere un esterno di centrocampo. In totale sono quattro i gol in campionato su venti gare giocate (notare che non ha saltato nemmeno una partita di serie A) e uno in sia in Coppa Uefa che in Coppa Italia su otto partite. Ma la cosa che più deve far riflettere, è la differenza tra la Roma con o senza Mancini. Quando il brasiliano non è in giornata la squadra giallorossa perde completamente la sua spinta offensiva e se il tecnico avversario capisce, come successo ultimamente con De Biasi, che basta bloccare lui da quella parte, il gioco è fatto e la Roma mutilata di uno dei suoi maggiori terminali offensivi. La cosa, evidente, scopre le mancanze del gruppo giallorosso dall'altra parte del campo dove Lima, pur con tutta la buona volontà, è di un'altra caratura tecnica. Del resto «pescare» un Mancini così, non è cosa di tutti i giorni.

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