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Tra l'Inter e Cambiasso spunta il Chelsea

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I due, ieri mattina, si sono incontrati a Milano. Alla fine del colloquio privato, il difensore del Siena ha deciso di accettare le scuse dell'interista e, di conseguenza, di rinunciare alle vie legali. E quindi, l'Inter ora può pensare alla semifinale di ritorno di coppa Italia. Domani sera, a San Siro, di fronte la Juventus, in una gara che vale la finale. I nerazzurri, già fuori dalla Champions League e praticamente estromessi dal discorso scudetto, guardano alla Coppa Italia come mai forse prima d'ora. Per quanto riguarda la formazione, non ci sarà lo squalificato Toldo (il dodicesimo Fontana al suo posto). In difesa, Cordoba, Adani e Cannavaro, mentre a centrocampo, a destra giostrerà Helveg, con lo spostamento dall'altra parte di Javier Zanetti. Stankovic e Farinos in mezzo al campo. Tante le incognite in attacco: uno tra Vieri e Adriano giocherà sicuramente. Se non dovessero giocare entrambi, spazio a Cruz. Per il ruolo di terzo attaccante, quasi certa la candidatura di Kily Gonzalez. Intanto, dalla Spagna, mentre i nerazzurri continuano a seguire da vicino la situazione Ronaldo, il brasiliano ha deciso di cambiare procuratori. Lasciati Pitta e Martins (condannati a 11 anni di detenzione in carcere in Brasile), l'ex interista si affiderà al brasiliano Fabiano Farah e all'avvocato portoghese Luis Vicente. Sul fronte Cambiasso, si registra un rallentamento, perché sebbene entro fine settimana dovrebbe avvenire l'incontro con il padre e agente del giocatore, dall'Inghilterra è arrivata un'offerta di 2.8 milioni di euro l'anno del Chelsea (offerta superiore di un milione l'anno a quella nerazzurra). La Juventus, che ha voglia di riscattare la batosta dell'Olimpico, comunque non rischierà tutti i titolari. Intanto, il direttore generale Luciano Moggi ha risposto a chi vorrebbe una rifondazione. «Siamo ancora competitivi, abbiamo solo perso una partita con una squadra stellare. Ci avevate dati per spacciati già altre volte, ma abbiamo vinto due campionati. Le grandi spese non possiamo e non vogliamo farle: non è questione di disponibilità, ma di volontà. Non possiamo far la fine di altre squadre».

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