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di FABRIZIO MARCHETTI TUTTO in una notte.

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Emozioni e spettacolo, un po' il remake di quel trionfo datato aprile '98, con Mancini protagonista, ma in campo, e una Coppa al cielo, 24 anni dopo lo scudetto Maestrelli. E poi ancora l'icona Nesta, ieri simbolo e attore principale del successo biancoceleste, con il gol del 3-1 decisivo sotto la Curva, oggi custode supremo delle ambizioni milaniste. Erano compagni di squadra, Mancini e Nesta. Forse anche per questo il tecnico invia un messaggio alla tifoseria. «Non fischiate Sandro, è stato un giocatore troppo importante per la storia della società: spero che stavolta venga accolto bene». La Nord non ha però dimenticato il mancato saluto nel giorno dell'addio e le parole del Mancio non bastano a sanare una ferita, d'amore, ancora aperta. Poi c'è il campo. Lo scintillante 2-1 conquistato a San Siro vale un'investitura da legittimare, con l'imperativo di Mancini che risuona categorico e non lascia spazio a interpretazioni. «Giocheremo all'attacco», enfatizza il tecnico, tanto per sottolineare che, speculare sul risultato, contro il Milan campione d'Europa, potrebbe equivalere a una condanna. Ci crede, Mancini, e suona la carica. «È chiaro che la vittoria di San Siro è stata importante ma non ci mette di sicuro al riparo da brutte sorprese. Abbiamo il dovere di scendere in campo come se fossimo di fronte a una partita secca, da vincere a tutti i costi. Noi non siamo abituati, come mentalità e predisposizione tattica, a difenderci e così dovremo condurre una partita di attacco». E la scelta è giustificata dall'emergenza contingente: squalificati Couto e Giannichedda, infortunato Dabo, Mancini deve varare un 4-3-3 con un centrocampo monco d'interditori e senza Stam in versione-laterale. Si va all'attacco, insomma. Sereni tra i pali, Oddo e Favalli esterni, Stam e Mihajlovic coppia centrale. A centrocampo Fiore e Albertini più uno tra Zauri e Liverani, perché l'ex atalantino potrebbe essere la vera sorpresa della serata: riciclato in versione nevralgica, chiamato a tamponare le trame rossonere. E poi l'azzardo sarebbe quello di schierare Muzzi più Lopez più Corradi, anche se Cesar a sinistra è più d'una semplice alternativa. Il rompicapo sarà sciolto solo nelle prossime ore: nella rifinitura il tecnico ha provato entrambe le soluzioni. Mancini non scioglie le riserve e guarda avanti. «Non allenerò mai Roma e Genova, per una questione di rispetto nei confronti delle tifoserie di Lazio e Samp». Capitolo-società: ieri il titolo è stato sospeso al rialzo alle 12.09, quando guadagnava il 9,2% a 3,23 euro e poi è più rientrato in negoziazioni fissando il prezzo di riferimento a 3,19 euro, in progresso del 7,84%. Molto alti i volumi e pari a 836.044 pezzi (ovvero 83 milioni di titoli prima del raggruppamento): è passato di mano circa il 3,5% del capitale sociale. Il mercato attende il prospetto informativo: solo Capitalia, per il momento, ha fornito l'adesione formale alla prossima ricapitalizzazione. Continua il pressing delle squadre del Nord su Stam. La Juve rimane su Oddo, Milan e Tottenham su Corradi.

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