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TORINO — «Siamo come un animale ferito e vogliamo subito reagire, speriamo di farlo subito, già con l'Inter in Coppa Italia.

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Alessando Del Piero ci mette la faccia. Il giorno dopo il ko dell'Olimpico tocca a lui presentarsi a dare spiegazioni. Una conferenza non prevista inizialmente: «C'è stato un colloquio globale tra giocatori e società - ha spiegato Del Piero - io sono qui come capitano della Juve e poi abbiamo anche voluto spiegare la mia assenza di domenica, ma questo è un fatto marginale». Poi commenta scherzosamente lo sberleffo di Totti a fine gara, quel saluto con le quattro dita aperte rivolto a Tudor («Domenica quando l'ho salutato non sapevo di questo sfottò se no gli davo un calcio nel sedere. Scherzo: io ho fatto anche di peggio a volte, abbiamo perso, dobbiamo stare zitti ed incassare»). «Sono qui come capitano della Juve essenzialmente, era il nostro giorno libero ma siamo venuti egualmente ad allenarci. Abbiamo rinunciato volentieri ad un giorno di vacanza». Troppo delicato il momento. Inutile nascondersi sotto la sabbia e sotto l'inevitabile fuoco di critiche dopo il 4-0 subìto all'Olimpico. «Per fortuna nel calcio c'è la possibilità di giocare ogni tre giorni e di prenderci delle rivincite. Vogliamo dimostrare che non siamo messi così male. Il Milan sta facendo un campionato bellissimo, anche la Roma sta viaggiando benissimo ma noi fino a domenica eravamo a pari punti con la Roma. Sappiamo che nell'arco di un campionato tutti accusano qualche flessione, noi e la Roma l'abbiamo avuto questo calo, magari ora capiterà anche al Milan». Resta il dato degli scontri diretti in cui la Juve non ha mai vinto: «È chiaro che abbiamo perso un altro scontro diretto e fa male: con l'Inter c'è stata la prima batosta, domenica ce n'è stata un'altra ma con il Milan e con la Roma all'andata potevamo vincere. Comunque dalle batoste ci si può riprendere. Abbiamo ancora altri scontri diretti in cui possiamo rifarci ma ci sono anche le altre partite che contano eccome: vedete la sconfitta della Roma a Brescia o il nostro pareggio con l'Empoli. Ora dobbiamo solo incassare, come si dice in gergo militare dobbiamo stare zitti e coperti. Questo è il momento dei cazzotti, ce li prendiamo poi magari penseremo a restituirli. La Juve comunque è già riuscita a superare situazioni difficili anche in passato, non ci arrendiamo, non ci sentiamo fuori dal campionato nè da altre competizioni, non abbiamo perso la fiducia in noi stessi. Ora siamo come un animale ferito, se dovessimo uscire dalla Coppa Italia contro l'Inter non ci sarebbe da far drammi, avremmo sempre due obiettivi a disposizione ma noi ad uscire non ci pensiamo proprio. Quella di domenica non era la vera Juve». L'ultima battuta è sulle illazioni che si sono fatte quando si è saputo che sarebbe andato in tribuna: «In Italia si pensa sempre male. Io ci tenevo tantissimo a giocare all'Olimpico ma non ero in condizione di giocare».

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