Il capitano: «Ci avevano dato per cotti, ma siamo tornati a giocare ai nostri livelli»
La stampa spagnola dopo l'exploit contro la Juve lo definisce «galattico» e il Real continua a mandare messaggi neanche tanto criptati. Il capitano andrà a Madrid, ma sarà solo per un giorno: la prossima settimana per girare uno spot con l'amico Roberto Carlos a favore di una bevanda analcolica. Totti è di nuovo il padrone del mondo, dopo un periodo non brillantissimo nel quale i suo detrattori si erano affrettati a tirargli le pietre. Ma lui, sempre più campione fuori dal calcio (da show il suo intervento con il contingente italiano a Nassiriya nell'immediato dopo-match, così come la partecipazione ieri a Napoli per «Trenta ore per la vita», tutto rigorosamente a scopo benefico o la presenza al Teatro Colosseo stasera per l'asta benefica in coda allo spettacolo Unico Grande Amore), si è rimboccato le maniche e ha ripreso per mano la sua squadra e l'ha di nuovo lanciata all'inseguimento del Milan. Suo il gol che ha dato la «mazzata» alla Juve l'altra sera all'Olimpico, come suo l'assist per Cassano che ha procurato il rigore decisivo, così come suo è stato il gesto atletico della serata che s'è però stampato contro la traversa bianconera a Buffon battuto. Quando Totti cambia passo, la Roma cambia velocità e il risultato si vede. Lui non ha mai avuto dubbi sulla questione e adesso può dire la sua. «Ci avevano dato per cotti — dice scocciato il capitano giallorosso — e mi ricordo tutto quello che è stato detto forse con troppa fretta. Dopo la partita contro la Juventus sono felicissimo che la squadra sia tornata ad esprimersi ai suoi livelli». Felice sì, ma con i piedi ben piantati per terra e la testa già proiettata al futuro prossimo. «È stata la vittoria del gruppo, un gruppo unito che vuole combattere fino in fondo per il titolo tricolore. Basta guardare l'esultanza dopo ogni gol, è sintomo di vitalità, siamo una grande squadra e contro la Juve l'abbiamo dimostrato». E soprattutto lo ha dimostrato proprio Totti che finora ha saltato solo una partita, realizzando dodici gol a meno due dal suo record personale e due assist decisivi: senza contare la palla a Cassano che domenica sera il barese ha trasformato nel rigore per la Roma. A conti fatti Totti ha portato nel canestro di Capello ben quindici punti, con le tre doppiette rifilate a Brescia, Empoli e Sampdoria e ben 4 traverse incrinate: per altro una più bella dell'altra. Insomma, Totti decisivo, sempre o quasi e non è un caso se proprio nella manifestazione nella quale non ha giocato (la Coppa Italia) la Roma sia stata mestamente eliminata. In realtà il capitano giallorosso non ha mai giocato quest'anno nemmeno in Coppa Uefa, ma per quello ha ancora tempo. Già, perché è molto improbabile che Capello, quando le partite in Europa inizieranno ad essere partite vere, decida di rinunciare al suo fiore all'occhiello. Uno che adesso gli invidia mezzo mondo.