Di Vaio-Adriano, doppiette e show a Torino
I nerazzurri giocano mezz'ora della ripresa in dieci per l'espulsione di Toldo
Il tecnico bianconero era davvero intenzionato a vincere la Coppa Italia. E lo è ancora. Lippi era sincero quando diceva di voler vincere il trofeo (e questo ha stupito un po' tutti), eppure, la ragion di Stato l'ha portato a fare determinate scelte. Domenica ci sarà Roma-Juve, spartiacque della stagione juventina. E Lippi s'è adeguato, cambiando nove undicesimi della squadra che ha piegato domenica scorsa il Chievo, ma dando vita a una Juve competitiva e in grado di fare una gara spettacolare. Zaccheroni, invece ha mandato in campo l'Inter titolare. D'altronde, la Beneamata ad arrivare in finale ci tiene, anche per provare a regalare un trofeo a quel pover'uomo di Moratti. E poi Juve-Inter era sempre una suggestiva riedizione del Derby d'Italia, celebrata nel migliore dei modi dai 22 in campo. Il 2-2 finale ha dato ragione a entrambi i mister, lasciando in sospeso la qualificazione, anche se i due gol in trasferta peseranno. In avvio di gara, la differenza l'ha fatta la maggiore organizzazione dell'Inter. Il gol del primo vantaggio interista ne è stata la conferma. La rete di Adriano è nata da una clamorosa disattenzione di Iuliano. La Juve ha reagito prontamente, pareggiando al 6' con Di Vaio, che ha approfittato di un'incertezza della retroguardia interista e in particolar modo di Toldo (pronto a riscattarsi su un tiraccio di Iuliano al 13'). Quella di ieri non è stata una gran serata per i due pacchetti arretrati. A far peggio è stata la difesa bianconera. Schierata a tre, la retroguardia di Lippi non ha potuto fare affidamento sulle diagonali degli esterni di mediana Pessotto e Zambrotta, disattenti. L'Inter ha potuto mettere sotto scacco i bianconeri con frequenti cambi di fronte. Al 34' il secondo vantaggio interista, siglato ancora da Adriano. Cross di Recoba per il brasiliano, che, lasciato ancora colpevolmente solo, ha potuto schiacciare di testa e mettere fuori causa Chimenti. L'infortunio di Gamarra (sostituito da Okan) al 17' ha costretto l'Inter a passare dal 3-4-3 al 4-4-2, controllando benino la mediana juventina. La ripresa si è aperta con l'ingresso di Camoranesi e il palo colpito da Miccoli al 2' sugli sviluppi d'un tiro franco. Poco dopo Di Vaio, disturbato da Cordoba ma in buona posizione, ha concluso a lato. A quel punto è accaduto di tutto: altri tre pali (di Okan, Adriano e ancora Miccoli) e l'espulsione di Toldo, che ha colpito di mano fuori area. Evento, quest'ultimo, decisivo. L'Inter, in inferiorità numerica, non ha potuto trovare gli ampi spazi concessi dalla Juve in avvio di ripresa. L'ingresso di Del Piero ha spronato ancora di più la Juve, che si è gettata in avanti e ha trovato il pari al 26' con Di Vaio, tenuto in gioco da un impreciso Zanetti. Alla fine, seppur soffrendo, l'Inter ha portato a casa un 2-2 che le sarà utile nel ritorno di giovedì. Risultato giusto: l'Inter è stata più squadra, la Juve più cattiva. Se ne riparlerà giovedì.