Baby-calciatori «irregolari» dall'Australia
La sentenza è stata emessa ieri dal gup Emanuela Gai. Melotti, presidente della International School Soccer, organizza dei corsi per ragazzi. Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ne aveva chiesto il processo perchè dieci dei suoi allievi, australiani nati fra il 1982 e il 1987, erano giunti a Torino con un permesso per motivi di studio (gli episodi risalivano agli anni tra il 2000 e il 2003), ma in realtà non frequentavano assiduamente gli istituti scolastici indicati. Il giudice lo ha riconosciuto responsabile solo per cinque casi. «Io - ha commentato Melotti dopo la lettura del dispositivo - ho fatto tutto quello che mi aveva detto la Questura, e sono convinto di non avere violato alcuna legge.Sono trent'anni che lavoro in quest'ambiente cercando solo di fare del bene ai giovani.Quando ho scoperto che i ragazzi non andavano a scuola ho chiamato i loro genitori, i quali mi hanno lasciato mano libera: così ho cercato di provvedere con un insegnante privato di italiano. Come potevo convincerli a studiare, visto, tra l'altro, che erano maggiorenni?». L'avvocato difensore, Davide Diana, parla di «sentenza contraddittoria»: «Se per buona parte dei casi contestati è stato rilevato che era tutto in regola - afferma il legale - non si può pensare che nello sbrigare le pratiche di cinque giovani Melotti abbia voluto commettere volontariamente delle violazioni. Ricorreremo in appello». «Una sentenza importante che serve ad arginare un fenomeno che ha preoccupato molto»: così Raffaele Guariniello, procuratore aggiunto a Torino, commenta la condanna a due anni e quattro mesi di carcere inflitta al titolare della scuola calcio. Il magistrato osserva che la conclusione del processo tocca il nodo delle vicissitudini dei ragazzi stranieri «che vengono in Italia con il miraggio di sfondare nel mondo del calcio». A svolgere le indagini erano stati lo stesso Guariniello e i suoi collaboratori. In aula l'accusa è stata sostenuta dal pm Nicoletta Quaglino.