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Totti e Cassano per sfatare un tabù

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Scontro diretto per dimostrare chi è più vivo. Ma per Capello vincere lo scontro diretto con la Juve, vorrebbe dire anche infrangere un tabù che resiste da cinque anni: da quando cioè il tecnico friulano siede sulla panchina della Roma. Nei nove scontri diretti alla guida della Roma, Capello ha vinto una sola volta (ritorno del campionato 2001/02 al Delle Alpi 2-0 reti di Batistuta e Assunçao) e soprattutto non è mai riuscito a strappare i tre punti all'Olimpico. Una sconfitta e tre pareggi il bilancio finora nello scontro diretto in casa, l'ultimo dei quali ha portato la firma di Totti e Cassano (2-2 lo scorso anno). E Capello riparte proprio da loro per cercare di sfatare il tabù e rilanciare la sua Roma all'inseguimento del Milan dei record che comunque continua a guardarsi indietro. Ieri è stata la volta di Kakà, fenomeno del momento, che ha elogiato la classe dei due romanisti. «I giocatori più forti incontrati in campionato? Tre su tutti: Totti, Cassano e poi Nedved. Dei due romanisti chi temo di più? Direi entrambe allo stesso modo. Non c'è una delle due che mi spaventa di più». In realtà il capitano giallorosso nelle ultime settimane non è mai stato al cento per cento della condizione fisica e questo ha inevitabilmente intaccato il suo rendimento in campo. Problemi alla schiena prima e l'influenza che ha allettato mezzo Roma poi, hanno rallentato Totti che aveva iniziato la stagione con numeri da impazzire. Discorso più o meno simile per Cassano, che però non ha dalla sua parte la «giustificazione» dei problemi fisici. Il folletto di Bari Vecchia ha iniziato su ritmi impressionanti, segnando e facendo realizzare i compagni, dimostrando a Capello e non solo, di meritare la maglia da titolare: sempre. Non a caso Trapattoni ha iniziato a valutare l'ipotesi di portarlo agli Europei in Portogallo. Poi, anche lui come Totti, ha iniziato a giocare meno, a perdere concentrazione e concretezza. Magari come detto più volte da Capello, Cassano come tutta la Roma non è in crisi ma sta avendo solo un lieve calo, ma la differenza tra il «solito» Cassano e quello di Brescia o quello visto contro l'Udinese (tanto per fare un esempio) si vede. I due fenomeni giallorossi si cercano in campo ma non si trovano e appaiono scoordinati tra loro come poi accade un po' a tutta la squadra. Sembra quasi che, se uno dei due non sta al top, l'altro fatica a trovare il massimo della condizione, le giocate di sempre, la voglia di vincere. Non a caso, dopo la breve riunione tecnica che ieri ha fatto da prologo alla ripresa degli allenamenti, il tecnico giallorosso ha tenuto sotto stretta sorveglianza proprio i due fenomeni. Serve il loro contributo per battere la Juve e tornare a sperare di poter vincere qualcosa: perché se finora si è cercato di tenere lontano il termine «crisi», perdere con i bianconeri all'Olimpico, vorrebbe dire chiudere definitivamente il discorso. Capello punta molto sull'aspetto psicologico, consapevole che con la testa giusta Totti e Cassano possono fare una volta ancora la differenza e forse proprio per questo contro la Juve cambierà modulo. Sarà una Roma formato Totti-Cassano, tutta sviluppata verso i due terminali d'attacco che cercano il riscatto contro la nemica di sempre: la Juve.

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