Il papà: «Marco mi ha detto che la verità verrà fuori»
Non ha litigato da solo...». Giuseppe Materazzi lascia i panni del tecnico e veste quelli del papà, dopo l'annuncio della maxisqualifica che ha colpito suo figlio Marco. «L'ho sentito - ha detto Materazzi - erà giù, perchè non pensava che fosse così dura. Una squalifica eccessiva, pesante, perchè se ha sbagliato in passato, credo che abbia già pagato. Comunque Marco ha 30 anni, ne uscirà rafforzato e si renderà conto di chi è leale e chi no. Se lui ha reagito ci sarà un motivo, non è un pazzo. Comunque non si aspettava un linciaggio morale di questa portata». No comment, invece da parte di Bruno Cirillo. La «vittima» non ha voluto commentare la maxi-squalifica inflitta a Materazzi. A farlo è stato invece il presidente del Siena Paolo De Luca, che ha giudicato «esemplare» la squalifica dell'interista. Queste le reazioni del club toscano dopo la squalifica del difensore dell' Inter. Ieri pomeriggio Cirillo si è presentato al campo di allenamento di Colle Val d'Elsa con il labbro visibilmente gonfio e senza partecipare alla seduta. «Preferisco non fare dichiarazioni, quello che dovevo dire l'ho già detto», ha affermato Cirillo. Anche più tardi, appreso il verdetto del giudice sportivo, ha ribadito la sua indisponibilità a commentare la notizia. L'unico del Siena a commentare la decisione del giudice sportivo è stato il presidente Paolo De Luca, che ha parlato di «sentenza giusta». «Il verdetto della giustizia sportiva mi sembra proporzionato alla gravità dell'accaduto ha affermato De Luca e spero possa servire a far capire che certi gesti non vanno compiuti». Per Carlo Mazzone la vicenda-Materazzi «non è stato un buono spot per il calcio ed è una cosa che è capitata altre volte, senza che si sia saputo all'esterno». Poi il pensiero del tecnico del Bologna (che ha allenato Materazzi al Perugia) va al giocatore dell'Inter. «Il ragazzo ha sbagliato di grosso e ora è nell'occhio del ciclone: troppo facile dargli addosso, guai ai vinti! Però a Perugia, quando era alle mie dipendenze, certi comportamenti non li aveva: io gli contavo anche i falli durante le partite e se superava una certa quota minacciavo di non farlo giocare la gara successiva».