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di FABRIZIO MARCHETTI È INTRIGO.

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L'Inter nicchia, forte della volontà del giocatore e gioca al ribasso. La Lazio non molla la presa e tratta con Moggi. La svolta nelle ultime ore. Martedì sera l'incontro tra le due dirigenze: i bianconeri puntano su Stam, per giugno, come l'Inter d'altronde. E allora è la Lazio a fare la voce grossa. Chi vuole avere una corsia preferenziale per l'olandese deve prima garantire un indennizzo per Stankovic. La società ha rovesciato il fronte. Nel caso in cui il diktat venisse disatteso la Lazio confermerebbe il giocatore fino a giugno, cercando di monetizzare la sua permanenza con l'ingresso in Champions League. L'altra speranza, flebile, conduce a un eventuale rinnovo da sottoporre all'attenzione del giocatore con l'inserimento di una clausola di rescissione (pari a circa 4 milioni). La dirigenza biancoceleste si vuole cautelare. E ora gioca in posizione di forza: è una partita a poker tra Inter e Juve. Con la complicità di Stankovic, destinata a fare la differenza. Perché il serbo, come detto, preferisce l'Inter, anche dopo le accuse che Moggi gli ha indirizzato senza troppi complimenti a fine dicembre. I nerazzurri aspettano che sia la Lazio a farsi viva, la Lazio, invece, più o meno a sorpresa, ha riavviato la trattativa con la Juve. Martedì sera, allo Sheraton alla Magliana. Moggi e Giraudo da una parte, Longo e il diggì De Mita dall'altra. I bianconeri sono pronti a trattare l'acquisto del serbo (e a lasciarlo in prestito a Roma per 6 mesi) per una cifra vicina ai 4,5 milioni, con la promessa, questa inevitabile, di prendere Stam a giugno. Cifra stabilita: 8 milioni. La Lazio è disposta a trattare e intanto aspetta che le due contendenti facciano chiarezza. Anche perché l'Inter, Stam, lo vuole subito. Senza attendere giugno. E per questo la società biancoceleste s'è irrigidita. L'olandese per i prossimi 6 mesi non si tocca. Guai a parlarne, la promessa fatta dal diggì De Mita alla tifoseria. Il problema ora ruota intorno alla volontà di Stankovic. Moggi, intanto, ieri non s'è presentato all'Ufficio Indagini per parlare della questione relativa al doppio contratto. Quindi siamo al bivio-verità: la Lazio lo spingerà ad accettare il divorzio. Capitolo-società: ieri l'Ad Masoni è intervenuto, per la prima volta, a «La Voce della Nord», parlando direttamente con la Curva. Un confronto sincero e schietto, con il conduttore Gianluca Tirone pronto a trasferire all'amministratore un simpatico «siamo stati costretti a studiare anche economia». Che ha ribadito l'importanza dei tifosi per la buona riuscita dell'aumento di capitale. «Con i 120 milioni della ricapitalizzazione la società potrebbe andare avanti per molto tempo senza più chiedere aiuto al mercato. E i 110 milioni di debito col Fisco presumiamo possano essere spalmati in 10 anni». Sulla cordata di San Marino: «Se, come dicono, questi imprenditori hanno già il 30% devono comunicarlo alla Consob, poi possono convocare l'assemblea e votare il nuovo Cda. Pertanto non è necessario per acquisire la nostra società prendere il 5% nelle mani di Capitalia». Il nodo invece è proprio quello: il gruppo si rivelerà ma i tre investitori, rappresentati dall'avvocato Riccardi (con il supporto di Ubs, Monte dei Paschi e San Paolo Invest), vogliono che Capitalia esca dalla Lazio. E ha anche riflettuto sull'ipotesi di lanciare l'Opa. Angelucci, ieri, ha smentito un eventuale coinvolgimento nella Lazio: si punta su Merloni. Intanto l'Apa, associazione piccoli azionisti, ha consegnato a Felice Pulici, che si era già iscritto, la tessera onoraria. Stesso discorso per il tifoso-azionista della Nord, Eugenio Lionetto (che ha ricevuto la tessera numero uno). Parte oggi l'operazione «Olimpico esaurito» per la sfida col Milan (andata giovedì prossimo alle 21 su RaiUno): Curve a 11 euro, prezzi scontati per donne e under 16.

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