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Branco, la rivincita in casa

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È tornato mesto, con i segni della battaglia sul volto e nello spirito. Ma non vinto, non almeno definitivamente, perché già si parla di accendere in riva al Tirreno i riflettori della rivincita. Gianluca Branco è sbarcato ieri sera a Fiumicino, abbracciando parenti ed amici con quelle mani vuote, orfane di un titolo mondiale inseguito per anni, tra sfortuna e pressappochismo di qualche manager. E la sua immagine si è riflessa in quella della sua città, delusa ma già pronta a combattere per avere un'altra chance. E già, perché un obiettivo almeno è stato centrato: nessuno, negli Usa, oggi può chiedere «Branco chi?», come è stato fatto, con dosi diseguali di ironia ed arroganza tutta Usa, alla vigilia del match con Arturo Gatti. Che poi invece se l'è cavata a fatica, venendo fuori solo alla distanza, estraendo dal cilindro della propria esperienza un sinistro che ha fatto pendere l'ago della bilancia dalla sua parte, quando si è trattato di chiedere un verdetto alla giuria. E senza quel colpo, che ha del resto condizionato gli ultimi round, sarebbe stata impresa difficile far digerire lo stesso risultato. E così «Branchetto» è a casa, dove passerà ore a rivedere il film del match e a riflettere, a maledirsi per gli errori. Ma anche a sognare la rivincita. Chi sta già lavorando per una nuova occasione è Alessio De Sio, sindaco di Civitavecchia e sponsor della sfortunata spedizione americana. «Gianluca è un campione e ha tutto il diritto a chiedere a Gatti la sua rivincita. Faremo di tutto perché questa si svolga a Civitavecchia. La nostra città è stata già capace di organizzare eventi sportivi di livello internazionale negli ultimi anni e il Comune è pronto a scendere in campo per consentire al suo pugile di coronare il suo sogno iridato». Questione importante, l'appoggio logistico, anche se non determinante. Un ruolo in tal senso dovrà giocarlo anche la scena pugilistica internazionale, che nei commenti del giorno dopo ha riconosciuto un certo equilibrio al match di Atlantic City. Una «gara-due» in Italia si farebbe davvero interessante. Ed è una sfida che un campione Wbc non può rifiutare a cuor leggero.

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