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L'AMAREZZA DEL LAZIALE

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Un vero peccato per il pugile di Civitavecchia che ha accarezzato il sogno per otto riprese, poi ha avuto un calo o meglio Gatti gli ha preso le misure e appena ha trovato lo spazio ha messo a segno quel gancio sinistro in uscita nella decima ripresa. Un colpo potente che si è stampato sul volto di Branco jr; il 33enne ex campione europeo è crollato al tappeto per la prima volta in carriera, si è rialzato ma ormai non c'era più nulla da fare. Ai punti l'ha spuntata quindi Gatti con un doppio 116-111, ed un 115-112 dell'italiano Guido Cavalleri. Comunque, la prestazione di Branco è stata degna di quest'evento almeno per otto riprese ma una delle migliori di un pugile italiano in America. L'arma del jab sinistro ha funzionato alla perfezione e ha messo in seria difficoltà Gatti, a tratti apparso non all'altezza della sue recenti prestazioni. Poi quel gancio sinistro, un fulmine che ha abbattuto Branco e che ha chiuso praticamente il match. «Non ho visto più nulla dopo quel ko - ha detto Branco - mi si sono spente le lampadine, ma sono riuscito a raccogliere le forze e con la volontà sono riuscito a rialzarmi e a combattere di nuovo». Gatti si è anche fratturato la mano destra nella quinta ripresa ed alla fine il suo volto, oltre ad essere segnato dai colpi, non era soddisfatto; la sua prestazione non ha convinto. E Branco con un pizzico di convinzione in più avrebbe vinto il match. «Branco - ha detto Gatti - è stato un grande pugile. Su questo non avevo dubbi, ha dimostrato tutto il suo valore. Io ero in forma, ma devo dire che lui è stato abile. Mi sentivo però scarico, non all'altezza. Diciamo che questa volta ho vinto con il cuore. Poi quel dolore forte alla mano destra ha condizionato tutto il mio match. Ho praticamente combattuto con una mano sola». E tanto è bastato per battere Branco che alla fine sconsolato dice: «Quando si perde non si cercano giustificazioni e non ero certo venuto qui a fare il turista. Ho perso e non ci sono scuse. Certo, penso di essermi dimostrato all'altezza. Ad un certo punto ci ho creduto, potevo vincere».

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