«Adesso voglio la Champions League»

Magari nei lunghi giorni d'anticamera, passati a inseguire una certezza che non c'era. Cesar si è ripreso la Lazio. A modo suo. Un girone dopo, cinque mesi di sofferenza passati in rassegna nel momento della gioia, quando il destro innescato da un assist al bacio di Corradi ha spalancato alla Lazio le porte del successo. Mancini ne fa un perno indiscutibile del suo 4-4-2, lui era stato costretto ad alzare bandiera bianca a fine agosto, dopo un contrasto con Rullo. Ironia della sorte, davanti il Lecce. Ieri la rinascita, stessi colori, stessa squadra, stessi avversari. Solo che stavolta è cambiato il copione: Cesar fa gol e porta la Lazio al successo. Il lieto fine del calvario si specchia nel sorriso del laterale che sembra gracile ma non s'è spezzato. Anzi. E oggi è pronto a rilanciare. Dopo un'estate passata a vagheggiare l'acquisto di Solari, sostituto designato di Cesaretto, oggi Mancini riabbraccia la versione originale del suo laterale ideale. Incisivo, bravo, decisivo. E lui, Cesar, lo ringrazia. «Le parole che Mancini mi ha rivolto durante la mia assenza le conservo nel cuore: mi hanno inorgoglito e responsabilizzato. Sono contento di essere tornato, ora non voglio più fermarmi». Il brasiliano, autore della rete della vittoria, spera proprio che la sfortuna che lo ha perseguitato negli ultimi mesi sia svanita definitivamente. «Vorrei giocare con continuità, sono contento per essere tornato in squadra dal primo minuto e, ovviamente, per avere segnato il gol decisivo. Abbiamo fatto bene sia nel primo che nel secondo tempo, ma nella ripresa siamo stati più determinati. Ci sono sicuramente le potenzialità per raggiungere il quarto posto». Già, il quarto posto. Che è un po' il chiodo fisso di tutti i biancocelesti. Cesar ha un pensiero per i compagni. «Voglio dedicare il gol di ieri a tutta la squadra: mi è sempre stata vicina, hanno avuto una parola speciale in ogni occasione. In particolare mi rivolgo a Favalli, che non s'è mai tirato indietro quando c'era da farmi un incoraggiamento». Ora spazio al futuro. «Vogliamo conquistare il quarto posto, è alla nostra portata. Dobbiamo recuperare i punti persi nel girone d'andata. Non è stato facile rimanere a guardare i compagni che cercavano di superare le difficoltà. Non potevo aiutarli da fuori e soffrivo nel vedere che i risultati non arrivavano. Ci sono state giornate difficili, certo. Anche per me, perché vedevo il rientro sempre lontano. Ieri però è cambiata la musica. Siamo pronti a ripartire, a conquistare quello che meritiamo. Cioè il quarto posto. Per noi, e anche per la società, è fondamentale». Lui, Cesaretto, anima e cuore della Lazio. Gol in campo, firma dietro la scrivania. Per sottoscrivere la proroga al piano-Baraldi. Ora però esiste solo un obiettivo: centrare la Champions League.