Il brasiliano, autore del gol contro il Milan, è il giallorosso che finora ha giocato di più
Mancini è l'unico romanista ad aver giocato sempre nelle gare fin qui disputate dalla Roma di Capello. Diciassette uscite in campionato (4 gol), quattro in Coppa Uefa (1 gol) e quattro in Coppa Italia (1 gol). Impressionante il ruolino di marcia del brasiliano, unico assieme a Carew e Delvecchio ad aver segnato in tutte e tre le competizioni, arrivato a Roma per «provare» e divenuto nel corso delle settimane un titolare inamovibile. Più di Emerson, più di Lima, che dopo il centrale è il giocatore più utilizzato dal tecnico giallorosso. E forse non è nemmeno un caso che i tre giocatori che Capello ha fatto giocare di più finora siano tutti brasiliani. A inizio stagione c'era il grande dilemma: riuscirà Mancini a far dimenticare Cafu? Ebbene, il «tranquillo» Amantino ci ha messo meno del previsto e il ricordo del pendolino giallorosso è legato «solo» alle immagini dell'ultimo scudetto giallorosso. Mancini è arrivato, s'è messo da quella parte del campo e ha garantito a Capello e alla Roma tutta, qualità, costanza e quei gol che sono sempre mancati al pendolino ormai bloccato nella stazione di Milano. Del giovane Mancini, oltre ai numeri, parlano tutti bene. Capello che lo ha valorizzato e lanciato da titolare vero. La dirigenza, Baldini in testa, che lo ha scovato quando nessuno lo conosceva e i compagni, che col passare del tempo hanno iniziato ad apprezzare le sue doti in campo. L'ultimo ad esprimere un parere positivo in ordine di tempo è Vincenzo Montella. L'aeroplanino giallorosso, fermato dall'ennesimo infortunio, elogia il giovane talento brasiliano. «Sì è imposto subito, ma noi lo avevamo già visto dal ritiro in Austria che era uno forte. Sa difendere, attaccare ed è in grado di fare cose straordinarie: complimenti a chi lo ha preso e portato alla Roma». Intanto Montella continua il recupero dopo l'ultimo infortunio. «Spero di tornare presto e di ritrovare la Roma in testa alla classifica. Così potremo giocarci il campionato fino in fondo. Il sogno? Vincere lo scudetto a Milano e riscattare così le tre sconfitte: una vendetta incrociata». Non ha dubbi Montella su quali siano le contendenti per la corsa al titolo. «Milan, ma anche la Juve. I rossoneri sono quelli che ci assomigliano di più come qualità del gioco: la sfortuna è che li abbiamo incontrati proprio quando avevamo un calo fisiologico. Dalla Juve invece, dobbiamo prendere esempio, perché è una squadra che risorge sempre».