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«DATI distorti e ridicoli».

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Dati di fronte ai quali il Coni resta «esterrefatto». «Non è affatto vero che gli sportivi italiani sono dopati. Non si possono fare raffronti fra dati dissimili. Noi rispettiamo la legge dello Stato. La lotta al doping è una cosa seria e vogliamo che si faccia chiarezza: se qualcuno ha sbagliato, forse non bastano le scuse che manderanno alle federazioni. Ormai il danno è stato fatto». Petrucci sottolinea che la commissione ministeriale ha usato il laboratorio e gli stessi strumenti del Coni. «Noi siamo all'avanguardia nella lotta al doping, come dimostra anche il fatto che abbiamo anticipato tutti con duemila test sul Thg (nuovo ormone sintetico, ndr) - afferma - e nessuno è risultato positivo. La statistica più è fatta su numeri grandi e più è significativa». Petrucci lamenta il danno d'immagine provocato allo sport italiano dalla diffusione dei dati. «Noi rispettiamo il ministero, ma confermiamo la nostra delusione, per il fatto che sono stati resi noti dati che consideriamo poco significativi. Prima di pubblicizzare risultati del genere bisogna controllare bene -aggiunge- Ci sono casi in cui addirittura è stato considerato non negativa una persona di 68 anni che prendeva diuretici... Non è il caso di fare a gara a chi vince tra fra la commissione ministeriale e il Coni. Ma deve essere chiaro - conclude - che noi rispettiamo la legge e facciamo controlli seri, secondo le norme del Cio».

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