La Juventus affonda il Perugia
La solita e collaudata Juve-B che scende in campo nella seconda manifestazione nazionale non deve sudare più di tanto per vincere anche a Torino, in una partita quasi completamente svuotata di contenuti. Rispetto ad una settimana fa, Cosmi si è chiarito abbastanza le idee riguardo ai suoi nuovi giocatori, e la formazione del Perugia pare avere un senso più compiuto di quella del tutto sperimentale vista al Curi all'andata. La situazione, in casa umbra, è sempre difficile, e il quarto di finale di Coppa Italia è davvero l'ultimo dei problemi: Cosmi ha un'ennesima occasione di messa a punto di moduli e schemi, anche se lui per primo, ormai, sembra credere poco nelle possibilità di salvezza, se è vero che ha dichiarato alla stampa di aver trovato una squadra indebolita anziché rafforzata dal mercato di gennaio. Gaucci risponde sempre nella lingua che meglio conosce (ritiro, ritiro, ritiro), ma l'ambiente non dà l'idea di una grande compattezza: e anche un Coly, terzino senegalese visto poco all'opera fino ad ora, trova le parole per dipingere un crudo quadro del Perugia, definito senza mezzi termini una «squadra di pazzi in cui succedono cose da pazzi». La partita. Dopo la neve di domenica, il terreno di gioco del Delle Alpi è in buone condizioni, grazie alle serpentine che scaldano l'erba; ma sono i giocatori in campo a restare piuttosto freddi, tanto che per 40 minuti non si vede nulla che possa stuzzicare la fantasia. Poi arriva il gol bianconero: al 40' Miccoli si inserisce in un fraseggio tra Di Loreto e Grosso, e va via sulla destra: dopo venti metri di corsa, appena entrato in area, prende la mira e tira sul palo opposto. La palla passa tra le gambe di Nastos e si rivela irraggiungibile per Pardini. Il gol dell'ex chiude di fatto il primo tempo, anche se lo stesso Miccoli cerca il raddoppio su punizione tre minuti dopo: stavolta Pardini ci arriva e devia in corner. La ripresa non cambia le carte in tavola. Cosmi inserisce Ignoffo per Gatti e Tedesco per Manfredini, passando dal 4-5-1 al 3-5-2, ma è la Juve a sfiorare il raddoppio, al 16': bell'allungo di Di Vaio sulla sinistra, cross radente ma (con la porta spalancata lì davanti) Miccoli arriva con un attimo di ritardo sulla palla, che sfila via. Maresca esce per Appiah e non sembra l'uomo più felice della terra (in effetti Lippi potrebbe utilizzarlo più spesso, visto che il centrocampista non ha mai deluso quando è stato chiamato in causa), il Perugia ha il tempo di reclamare un rigore (poco volontaria mano di Pessotto), la partita scivola via nell'umidità torinese.