di FRANCO MELLI BISOGNERÀ prepararsi all'addio di Roberto Mancini, soprattutto se dal tormentone ...
Bisognerà soffocare l'amarezza e utilizzare bene quanto porterà l'aumento di capitale deliberato sabato scorso, mentre la voracità interista sradicherà anche l'ultima icona biancoceleste, come assicurano nel mondo morattiano. Qui sapremo sopravvivere, quasi augurando buona fortuna all'undicesimo allenatore del petroliere nerazzurro, dopo nove stagioni sfigate. Qui ritenemmo sempre troppo costoso l'artista di Jesi, cui venne dedicato (benedicente Geronzi) il trattamento pluriennale e stramiliardario quando forse pareva meno arduo risolvere i problemi che Cragnotti ha lasciato. Illusioni bancarie, addirittura superiori e più pericolose rispetto all'esagerato ottimismo di chi prefigurava l'organico da area-scudetto e da avanzata radiosa in Champions League. Oggi il vicino ridimensionamento appare strozzatura irrimandabile, ammesso che gli euro dei piccoli azionisti risultino ancora prevalenti (fondamentali?) per programmare un futuro decoroso senza Stankovic, Stam e Corradi. Diventa quindi giusto o di reciproca convenienza quello che l'ex presidente interista auspicava circa otto mesi fa, cioè puntare dall'estate 2.004 su Mancini, presunta salamandra dentro l'ambiente arroventato dell'altra Milano. Cosa importa se esiste il rischio di precipitare accanto a Bianchi, Suarez, Hodgson, Simoni, Lucescu, Castellini, Lippi, Tardelli, Cuper e Zaccheroni? Aggiustata nel miglior modo possibile l'avventura laziale, il Mancio azzarderà comunque laddove deve ancora nascere lo stakanovista rassicurante. Lo cattureranno le risorse infinite del nuovo ambiente e una fiducia scaramantica nei grandi numeri. Lo attireranno l'astro Adriano e alcuni suoi allievi, egualmente certi di ricavare dall'opulenta gestione-Facchetti gli onori irrecuperabili nell'indigenza appena abbandonata. Questo accadrà, pure se l'avvocato Longo nega i turbamenti dell'idolo grazie all'acquisita semifinale di Coppa Italia. Idolo un po' sgualcito nell'immaginario dei tifosi, causa le frequenti amnesie d'una squadra battuta sei volte durante la fase ascendente del campionato. E lontana sette punti dal rendimento precedente di metà percorso, con cali di tensione non attribuibili esclusivamente agli infortuni e ai danni arbitrali. Sarà prezioso il rientrante Cesar dalla prossima trasferta leccese? Sarà indolore l'imminente trasferimento di Stankovic? Nel calcio delle irregolarità legalizzate, Lazio e Parma vagheggeranno penalizzate l'improbabile quarto posto. Amputate dall'Inter, cui i rinforzi gioveranno. Poi, Moratti si accollerà felice il sontuoso contratto di Mancini e speriamo che arrivi Luigi Del Neri. Per avviare davvero il risanamento finanziario. Per ripartire dal modello-Chievo, come impongono le circostanze.