Moratti: Inter, non cambio idea
La conclusione della trattativa è stata rimandata di qualche giorno a causa del Parma, che nelle ultime ore, ha provato a riaprire la trattativa per l'inserimento di alcune contropartite tecniche. In gergo, sta cercando di tirare troppo la corda, ma in fin dei conti, ciò che più conta per gli emiliani è che ci siano sul piatto quei 22 milioni di euro, vitali per il club di Collecchio. Poi, il prestito di uno tra il nigeriano Eliakwu e il rumeno Zicu, attaccante di 20 anni della Dinamo Bucarest, in orbita nerazzurra. Ma ciò che tiene più banco a Milano sono le dimissioni di Massimo Moratti dalla presidenza e dal consiglio d'amministrazione dell'Inter. Rimasto comunque in possesso del pacchetto azionario di maggioranza, ieri intorno all'ora di pranzo ha spiegato: «Ho vissuto questo giorno come gli altri, forse con qualche attenzione in più. Non si tratta di un abbandono, perché comunque rimane la proprietà». E poi, si parla di mercato, e quindi, oltre ad Adriano, pure i laziali Stankovic e Stam: «In queste operazioni, oltre a Facchetti, sono coinvolto anch'io. Però ci penserà lui». Inevitabili, i tentativi di ripensamenti: «È assolutamente vero che Facchetti mi abbia chiesto di restare al mio posto, ma credo proprio che si tratti di una scelta a lungo termine. Facchetti? La persona giusta, con l'esperienza necessaria: ha un'onestà cristallina e anche dedizione alla causa, oltre a una grande amicizia con me». In seguito alle dimissioni di Moratti e di altri quattro consiglieri, si sfoltisce decisamente la rosa del consiglio di amministrazione: il vicepresidente Giacinto Facchetti, il direttore generale Massimo Moretti, Natalino Moratti, Maurizio Gambaro, l'amministratore delegato Rinaldo Ghelfi, Maurizio Fabris e Carlo Buora. A questo punto, al prossimo consiglio d'amministrazione, verrà ratificata l'uscita di scena dei quattro consiglieri dimissionari e l'ingresso degli eventuali nuovi. Prima giornata, dunque, per Giacinto Facchetti da presidente nerazzurro: «Sicuramente, è una mossa che non mi attendevo, l'ho saputo pochi minuti prima dell'inizio del Consiglio convocato ieri. L'importante, però, è che Moratti non abbandoni l'Inter e rimanga sempre l'azionista di riferimento. Credo ci pensasse già da un po' di tempo. Gli pesavano alcune cose. Probabilmente è stato questo il motivo della sua decisione. Ultimo episodio, le recenti sconfitte in campionato. Ieri, quando mi ha comunicato questa decisione, l'ho invitato a pensarci ancora per qualche giorno. Ma lui è stato deciso e chiaro». Grande risalto alla Pinetina, dove in conferenza stampa, dove ha parlato il tecnico Zaccheroni: «Non è una bella giornata, indipendentemente dal risultato della gara di Coppa Italia. Spero comunque in un ripensamento. Lui però ci serve come presidente». Intanto, dopo le dimissioni di Massimo Moratti e di altri quattro consiglieri, sono rimasti in carica nel consiglio di amministrazione dell'Inter sette componenti: il vicepresidente Facchetti, indicato già come successore di Moratti, Massimo Moretti, Natalino Moratti, Maurizio Gambaro, Rinaldo Ghelfi, Maurizio Fabris e Carlo Buora. La prassi prevede la convocazione di un nuovo consiglio di amministrazione, in cui si riuniranno tutti i 12 consiglieri, compresi i dimissionari: in quella occasione saranno ratificate le dimissioni che dovranno essere accettate. I sette membri ancora in carica procederanno poi a cooptare cinque nuovi membri, per arrivare a 12, quindi saranno ridistribuiti i poteri e le cariche, compresa la nomina del nuovo presidente. Nel frattempo, l'Ad Ghelfi ha il potere per firmare i contratti di compravendita, come del resto ha sempre fatto, anche con Moratti in carica.