ANTI-DOPING

Il rifiuto è giunto da entrambi i giocatori del Brescia (impegnata a Roma contro la Lazio) e dai quattro di Napoli-Genoa, ha affermato Giuseppe Capua, responsabile antidoping della Federcalcio. Nessun rifiuto, invece, in Siena-Modena. «I giocatori - ha precisato Capua a una radio romana (Radio Radio) - sono nel loro pieno diritto quando non danno il consenso al prelievo ematico, così come chiarito nell'accordo raggiunto con l'Aic: ed infatti non sono previste sanzioni a loro carico. Questo non vuol dire che chi rifiuta elude il controllo antidoping, perchè comunque la ricerca dell'Eritropoietina avviene sulle urine, con un esame superspecialistico al quale i metaboliti dell'Epo non possono assolutamente sfuggire. E per chi rifiuta il prelievo del sangue, automaticamente scatta l'analisi delle urine. Il problema pratico, al momento, è che un esame del sangue costa 10mila lire, mentre quello dell'Epo sulle urine costa 800 mila lire, cioè 400 euro». Una disparità di costi che, ha sottolineato Capua, «rende impossibile uno screening su grandi numeri, che è il primo muro rispetto a chi ti vuole dopare. Questo è lo spirito con cui ha lavorato la commissione antidoping e credevamo che lo spirito di collaborazione fosse chiaro. Qualcuno, invece, non ha voluto capire. Posso però assicurare che da ieri siamo all'erta perchè questo atteggiamento costituisce un problema culturale. Il giocatore deve sapere che esiste una istituzione, forte e convinta, che vuole salvaguardare la sua salute. Altrimenti si rischia che comincino ad arrivare rifiuti anche da coloro che invece sarebbero favorevoli».