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Moratti vuole anche Stam ma il club attende la ricapitalizzazione. L'olandese: spero di poter restare. Raggiunto il quorum, cinema gratis agli azionisti. Squadra verso il no al piano-Baraldi

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Incontro decisivo ieri a Milano tra la Lazio e il club nerazzurro, rappresentata da Branca, Oriali e Ghelfi. Il diggì De Mita, l'ad Masoni e il diesse Cinquini hanno creato i presupposti per la chiusura dell'affare: la Lazio è pronta a mitigare l'iniziale richiesta di 6 milioni, l'Inter spinge per una chiusura dell'affare intorno ai 4-4,5 milioni. Una forbice esigua, ininfluente ai fini della trattativa. Si chiuderà intorno ai 5 milioni con una clausola essenziale e già nota: il serbo rimarrà alla Lazio fino a giugno e non teme squalifiche per la storia d'un presunto doppio contratto. I nerazzurri hanno chiesto informazioni anche su Stam: il diggì De Mita ha preso tempo. La società vuole aspettare l'esito dell'aumento di capitale prima di sciogliere le riserve sull'eventuale cessione dell'olandese. Che ieri, attraverso il suo sito, ha parlato della particolare situazione biancoceleste. «Voglio rimanere alla Lazio e spero che esistano i presupposti per poter restare anche se il club è in difficoltà economiche». Insomma se ne riparlerà più avanti, anche perché l'Inter pensa di maturare un'opzione morale nei confronti della dirigenza romana. L'intesa per Stankovic, infatti, regalerà una boccata d'ossigeno alle casse laziali, sei mesi prima d'un divorzio, quello col serbo, che sarebbe potuto avvenire senza corrispettivo economico in cambio. Moratti potrebbe mettere sul piatto della bilancia il cartellino di Pasquale per lanciare l'assalto al difensore di Kempen. Discorsi futuri. Come quelli che vogliono Oddo e Corradi sulla strada di Torino, sponda Juve. Tutto è legato alla ricapitalizzazione, snodo cruciale del futuro. Ieri è arrivata la certezza, potenziale ma importante, che il quorum per deliberare l'aumento nell'assemblea del 17 è stato raggiunto. Insomma il 20,1% c'è ma è potenziale perché la richiesta di certificazione, richiesta dai piccoli azionisti, dovrà essere depositata, attraverso delega, o presentata direttamente il giorno dell'assemblea. E la Lazio ha firmato una convenzione con il Warner Village per fare un regalo agl azionisti: un biglietto omaggio, segno di ringraziamento per l'attaccamento ai colori sociali. C'è ottimismo, insomma. Ieri, intanto, s'è costituita l'Apa (associazione piccoli azionisti senza scopo di lucro, conferenza giovedì prossimo) dietro alla quale dovrebbero esserci i componenti del vecchio collegio sindacale, guidati dall'avv. Sammartano. L'obiettivo è quello di cementare il capitale frammentato sul mercato e di indirizzare le scelte societarie secondo una volontà comune, magari attraverso rappresentanti importanti (Baraldi e il prof. Pessi). Nel giorno della presentazione si parlerà d'un progetto di gemellaggio con il Manchester, la più grande public company d'Europa. La cordata di San Marino, rappresentata dall'avv. Riccardi, continua infine a lavorare sottotraccia per ottenere il controllo del club. Capitolo-squadra: ieri riunione nello spogliatoio, con tanto di allenamento ritardato, per definire l'orientamento in merito all'eventuale proroga del piano-Baraldi. Si va verso un «no» che a oggi mette d'accordo circa il 90% dei giocatori. Il club rischia quindi di dover corrispondere 11 milioni anche se dilazionati in 12 mesi: il futuro si gioca però nella prossima settimana. E continua la caccia agli investitori.

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