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Lopez: «Lazio, sono pronto»

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L'argentino recupera, non è al top della condizione dopo due mesi di quasi totale inattività, ma giocherà. Con Inzaghi infortunato, Muzzi e Corradi squalificati, il tecnico biancoceleste disegnerà un attacco con una sola punta, il Piojo appunto e cinque centrocampisti in aiuto del redivivo Lopez. Il giocatore assente da oltre un mese per lo stiramento del legamento collaterale del ginocchio destro riportato nella partita contro la Juventus del 6 dicembre, ha deciso di rischiare per il bene della Lazio. Quali sono le sue condizioni? «Non ho problemi. Se Mancini deciderà di farmi giocare io darò il massimo finchè non mi uscirà il sangue dalla bocca: sono pronto. Sono pochi giorni che mi alleno insieme al resto del gruppo ma voglio scendere in campo». Che autonomia pensa di avere? «Non ho idea di quanti minuti ho nelle gambe ma ripeto farò del mio meglio per dare una mano ai compagni e alla Lazio in questo momento di grande difficoltà nel reparto avanzato». È l'unico attaccante rimasto... «Non ho paura di prendermi questa responsabilità perchè in vita mia non mi sono mai tirato indietro. Nel ruolo di unica punta inoltre ho giocato già altre volte e non avrei certo problemi». Il Brescia non è un cliente facile. «Dobbiamo vincere per riprendere il cammino interrotto dalla sconfitta di Reggio. Non giochiamo bene come lo scorso anno quando le cose ci riuscivano con più facilità, ma il problema sono stati tutti gli infortuni che ci hanno condizionato dall'inizio della stagione». Finora nemmeno una rete. Quanto le pesa l'astinenza? «Il gol mi manca anche perché se ne avessi segnato qualcuno la Lazio avrebbe sicuramente avuto qualche punto in più in classifica». Che cosa desidera per il 2004? «Auguro tanta salute per me e per i compagni. L'ultima parte del 2003 non è stata molto bella: prima un inizio un po' stentato, poi l'infortunio al ginocchio sinistro contro il Chelsea, quindi, appena mi sono ripreso, la distorsione a quello destro contro la Juventus. Spero di essermi lasciato alle spalle la sfortuna». Infine i problemi societari. Ritiene che in qualche modo stiano influendo sulla stagione in chiaroscuro della Lazio? «Non è giusto parlare in questi termini. Già lo scorso anno abbiamo dimostrato, lottando in campo per qualcosa di importante, che siamo vicini alla società. Personalmente non ho firmato il piano Baraldi, ma questo non significa niente, non è un bene nè un male. Ci tengo a chiarire però che non ho mai detto di volere andare via. Sono accadute in ritiro cose che non mi sono piaciute, ma è acqua passata».

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