Il francese analizza la sconfitta e punta alla trasferta di domenica «per tornare la Roma vera»

Non è bastata la sua voglia, la Roma è uscita sconfitta dallo scontro diretto col Milan, ma Dacourt non ne fa un dramma e dà merito ai rossoneri. «È stato un grande Milan, ma ora dobbiamo rialzarci, come un pugile che ha subito un duro colpo, dobbiamo guardare avanti e pensare a vincere la prossima partita perché tutti noi abbiamo un obiettivo. Fino ad ora abbiamo fatto vedere che siamo forti — continua il francese — adesso è il momento dimostrare di essere grandi». A Perugia quindi per tornare a marciare a pieno regime, senza mollare la vetta della classifica: insomma, tornare a fare la Roma. «Dobbiamo capire — spiega il francese — cosa abbiamo sbagliato e migliorarci. Imparare dalla sconfitta con il Milan per andare avanti. Adesso il modo migliore per uscire da questo momento è lavorare per vincere. Rialzarci subito dimostrando che non siamo solo forti. Perché è in questi casi che si vede la grandezza di una squadra». Il Milan, soprattutto l'atteggiamento mentale dei rossoneri, è da prendere come modello secondo Dacourt. «Hanno perso contro l'Udinese in casa e sono venuti da noi a vincere. Anche da questo dobbiamo imparare e forse volare più basso. Abbiamo creduto troppo a chi ci diceva che eravamo imbattibili, forse con più attenzione non sarebbe finita così. Non si può giocare a metà delle proprie possibilità. Se sei imbattibile lo devi dimostrare sul campo». Alla fine, ricorda il francese, la Roma ha perso contro i campioni d'Europa in carica, una squadra fortissima. «È la prima volta che perdiamo — spiega — e lo abbiamo fatto contro una grande squadra. Al momento i numeri dicono che loro sono i più forti. L'anno scorso hanno vinto la Champions League e noi niente». Nel bilancio del big-match dell'Olimpico, Dacourt mette tra le cose sbagliate l'approccio alla gara, senza lesinare qualche critica al modulo e bacchettando, anche se in modo soft, i compagni dell'attacco. «Loro si sono rinforzati a centrocampo non avendo punte — dice in italiano ancora incerto — forse per noi sarebbe stato meglio se ci fosse stato Inzaghi. Ma non si è trattato di un problema di modulo, perché abbiamo giocato finora sempre con tre punte. Il problema, contro il Milan, è stato che non abbiamo fatto quello che Capello ci aveva chiesto prima della partita: attaccare e difendere in 11. In quel caso, se anche solo due non partecipano, sei morto». Dacourt si associa al pensiero del preparatore atletico Neri: non si è trattato di un calo fisico. «No, non si è trattato di quello. È successo solo che non abbiamo giocato a calcio, mentre loro sì. Siamo stati a guardare ecco cosa è successo. Fisicamente siamo pronti, stiamo bene e non cerchiamo scuse. Colpa della pausa? Forse, la pausa non ci ha fatto bene, mentre a loro ha giovato». Contro il Milan è stato tra i migliori in campo, ma non vuole meriti. «Si vince e si perde tutti assieme: sempre. Non m'interessa il singolo, conta la squadra. Se la squadra ha giocato male, ho giocato male anche io». Chiusura con gli obiettivi per il 2004: ovvi. «Vincere, vincere, vincere: con la Roma e la nazionale». Incontro per Emerson Oggi a Roma l'atteso incontro tra Gilmar Veloz e il ds giallorosso Franco Baldini per il rinnovo del contratto di Emerson. Dopo rinvii, incontri fugaci e approcci di vario tipo, è arrivato il momento di sedersi attorno a un tavolo. La Roma proverà a blindare il centrocampista brasiliano corteggiato dai club di mezza Europa: Chelsea di Abramovich in testa.