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di TIZIANO CARMELLINI IL MILAN arriva Roma con assenze pesanti, senza Nesta, Inzaghi, ...

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«La Roma deve fare la Roma, siamo noi a dover fare la partita». L'assenza di Nesta condizionerà Ancelotti? «Sono convinto di sì». Si aspetta Serginho? «Senza Ambrosini può essere che il Milan giochi con Serginho e Kakà, ma non importa...». Prego? «Dico che siamo noi a dover fare la partita. Abbiamo rispetto del Milan, campione d'Europa in carica, ma ci interessa solo vincere». Quindi il pari non basta? «No, anche se un pareggio col Milan, non è da non buttar via. Noi giochiamo per vincere e in più saremo in casa. Non rinunceremo agli attaccanti, al nostro modulo e alla nostra mentalità». Quindi giocherà Carew? «Ho ancora dei dubbi». Montella è pronto? «No, ho parlato con lui e gli detto che non lo ritenevo pronto neanche per la panchina. Voglio evitare problemi, preferisco dargli qualche giorno ancora. Sarà pronto domenica». Chi sarà più carico? «Subito dopo Empoli avrei detto la Roma, ma con la sosta è un rebus. Dobbiamo ritrovare concentrazione e voglia». La pausa ha giovato al Milan? «Gli abbia permesso di ricaricarsi, smaltire fuso e amarezza. Ora per loro è tutto più semplice». Totti ha detto: vincerà la Roma perché è più forte. «Giusto che la pensi così. Credo siamo competitivi, poi come sempre decide il campo». Tutti temono Totti, sembra che sia la partita del Milan contro di lui. «Sono felice che i giocatori avversari riconoscano il valore del nostro capitano, cosa che non è successa con tecnici e giornalisti». Per chi è più importante? «Per entrambi. Noi in caso di vittoria li lasceremo a sei punti veri e nove virtuali e terremo lontani gli altri. Per il Milan sarebbe un modo per rimettere il muso vicino alla vetta». Il Milan è il principale pericolo per lo scudetto? «È ancora lunga, saremo in cinque a lottare». La loro miglior qualità? «Sanno cosa fare, hanno personalità e dopo la vittoria in Champions, sono ancora più convinti». Pericolo numero uno? «Quel ragazzino ucraino. Sheva in qualsiasi momento può farti del male, ma attenti ai tiri di Kakà». Milan Sheva-dipendente? «Quest'anno i rossoneri sono dipesi molto da lui, ma anche dalla difesa: soprattutto in Champions». Già, la sua vecchia filosofia del «primo: non prenderle». «Già, ma poi devi avere giocatori che segnano». Uomo partita? «Sarà il match del collettivo». Sarà il ritorno di Cafu. «Marcos va rimpianto e ricordato per quello che ha fatto a Roma, per come si è comportato anche con i tifosi. Ora gioca in un'altra squadra: è stata una sua scelta. Il nostro obiettivo era di ringiovanire e l'abbiamo fatto, ma non dovranno fischiarlo». La Roma come sta? «Sono tutti allegri, ma da due giorni è sceso il clima-gara e salita la concentrazione». C'è il rischio che si possa aver perso la tensione? «No, almeno da quello che ho visto negli allenamenti. Lo dirà il campo». È una Roma diversa da quella dello scudetto? «Sì, con più fantasia». Le piace di più? «Diciamo che a volte diverte di più». Quanto c'è di suo nel cambiamento di Cassano? «Io ho fatto solo quello che devono fare gli allenatori con quelli come lui». Caso Lima? «Assorbito, Lima sa farsi volere bene dal gruppo». Finalmente i controlli sangue-urine. «La cosa importante è che partano, così come i controlli a sorpresa».

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