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di TIZIANO CARMELLINI A MENO di quarantotto ore dallo scontro diretto col Milan all'Olimpico, ...

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Dopo il rientro dei sudamericani e il recupero di Candela, anche Montella è tra i disponibili per l'importante match di domani sera. Lui, Montella, è caricato a pallettoni ma vola basso, non si sbilancia in dichiarazioni di guerra e grandi proclami: solo un «sono pronto e vorrei esserci». Non ha dubbi l'aeroplanino giallorosso su quale sia il diktat per la partita di martedì sera: «Vincere, conta solo quello — attacca il giallorosso — ho tanta voglia di giocare una gara così importante, ma non ci rimarrei male se restassi fuori». Inutile chiedergli quali siano gli stimoli per una partita di questa importanza contro una squadra del calibro del Milan. «Ogni giocatore vorrebbe disputare gare come queste. L'importante per noi sarebbe vincere e basta, poi come viene viene». Già, perché dietro l'angolo c'è lo spettro dell'ennesima panchina. Il ballottaggio con Carew non preoccupa Montella, uno abituato a giocarsi il posto con qualcuno. «La cosa non mi spaventa, quando uno è bravo e lo dimostra, non deve avere timore di nessuno. La Roma è forte e vince anche per questo, perché riesce ad ottenere il risultato a prescindere da chi gioca». Le due sconfitte non hanno tagliato le gambe alla squadra di Ancelotti che, secondo Montella, verrà all'Olimpico in cerca di riscatto. «Hanno perso a Yokohama e poi con l'Udinese ma questi ko possono capitare e secondo me non hanno lasciato il segno». Anche lui, come Totti, teme in particolare l'efficacia di Shevchenko: «Sheva è decisivo e forse anche insostituibile — spiega il bomber giallorosso — visto che con l'Udinese non c'era e i rossoneri hanno perso. Fra gli schemi che permettono al Milan di giocare meglio ci sono proprio le verticalizzazioni di Pirlo per lui». È sulla stessa lunghezza d'onde del suo capitano anche sul fronte scudetto: lui come Totti non crede alla crisi della Juve. «Saremo in quattro fino alla fine a lottare per lo scudetto: ci sarà anche la Juventus, che secondo tradizione, è sempre lì. E poi non dimenticatevi dell'Inter». Ma lui, come tutto il gruppo giallorosso, punta sulla Roma. «Sapevamo di avere un organico di valore fin dall'inizio, e questa consapevolezza è aumentata ora che siamo primi. Nesta? È vero, con lui ho segnato molti gol nei derby, ma si tratta di cose vecchie, ora voglio pensare a presente e futuro». Così come vuole dimenticare il 2003. «Ricordo due interventi chirurgici, ma quando stavo bene ho anche giocato delle buone gare». Poi rivela la sua vecchia passione per la squadra rossonera. «È vero, da piccolo avevo una passione per Van Basten e tutto quel Milan era una grande squadra e giocava bene». Chiusura su società e Europeo. «La condizione economica della Roma non mi preoccupa, io penso solo a dare il meglio di me in campo. Certo, dovrebbero ringraziarci perché noi giocatori in questo senso ci siamo comportati bene: nessuno s'è mai lamentato. L'europeo? È molto lontano, adesso pensiamo alla Roma e allo scudetto».

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