«Il piano Baraldi? Sarà una scelta singola» Fiore: «Non sarà fatto un accordo collettivo, ognuno deciderà se concedere la proroga alla società»
Il piano Baraldi che aveva visto la partecipazione di ben venti firmatari (diventati tredici dopo la campagna cessioni estiva) non sarà discusso collettivamente ma ogni singolo giocatore avrà ampia libertà di accettare oppure negare la richiesta di proroga della società. Il centrocampista biancoceleste esce allo scoperto e spiega la posizione della squadra in attesa dell'annunciato aumento di capitale da 120 milioni di euro previsto il 17 gennaio. «La questione riguarda solo una parte dei giocatori perchè non tutti erano presenti negli anni passati. È un discorso non più collettivo come con il piano Baraldi, ora diventa una scelta personale. È riconosciuto che quello che dovevamo fare noi lo abbiamo fatto: adesso la palla passa ad altre persone. All'interno del nostro gruppo ognuno valuterà se accordare o no la proroga. I risultati li abbiamo fatti, stiamo dimostrando che i problemi societari restano fuori dal nostro spogliatoio e soprattutto dal campo. Pensavamo che firmando i problemi sarebbero stati risolti. Ora ci ritroviamo che l'accordo è venuto meno visto che non ci è stato dato quello che avevamo pattuito. È chiaro che non si potrà prendere una decisione di gruppo. Ognuno di noi valuterà se è il caso di concedere questa proroga». Poche le parole di Fiore sulla sfida contro la Reggina (per lui cosentino è quasi un derby), le vicende societarie, come l'anno scorso, continuano a tenere banco. I toni pacati delle riflessioni del centrocampista autorizzano all'ottimismo anche se non è affatto certo che tutti e tredici i «reduci» firmino il nuovo accordo. In caso di risposta negativa la Lazio sarà costretta a pagare 11 milioni di euro invece che azioni, ma perlomeno potrà dilazionare il saldo in dodici mesi, praticamente 1 milioni di euro ogni 30 giorni. Roggi scalpita A metà pomeriggio il procuratore di Corradi decide di diventare il protagonista della giornata e si lascia scappare in un'intervista rilasciata a «Radio Radio» dichiarazioni molto gravi, soprattutto per una società quotata in Borsa: «Se la Lazio non ricapitalizza a gennaio diventerà una Lazietta, destinata a fare la fine della Fiorentina. Ormai c'è una sola mossa da fare, mettere in mora la società. Prolungare l'agonia è inutile. Parlo per esperienza personale: forse se i giocatori della Fiorentina avessero chiesto la messa in mora, la squadra si sarebbe salvata. La mia è una provocazione, ma anche un consiglio. E non lo dico certo per liberare Corradi, altrimenti lo avrei suggerito già in passato». Dalla società nessuna replica ufficiale anche se nessuno ha gradito esternazioni di questa portata tanto più da parte di un procuratore di un giocatore regolarmente pagato finora. E bisogna ricordare che Corradi non ha firmato nemmeno il piano Baraldi.