L'allenatore: l'azzurro è un onore ma penso solo alla Champions
Ultima conferenza dell'anno per Marcello Lippi che tira un consuntivo del 2003 e stronca sul nascere ogni discorso prematuro sulla panchina della nazionale: «Allenare la nazionale sarebbe un onore, ma io ho un contratto con la Juventus fino al 2005. Io via non ci vado più, mi devono mandar via loro, casomai. Alla Juve voglio rivincere lo scudetto e vincere la Champions League». Ribadisce il suo attaccamento alla Juventus, allontana la panchina della Nazionale, si coccola Trezeguet e tranquillizza Davids, tiene i conti del bel 2003 della sua squadra e rilancia per il 2004. Non sembra proprio un allenatore a termine, Marcello Lippi, né tantomeno con la testa altrove: «Siamo molto soddisfatti - dice nell'ultima conferenza dell'anno - io non tengo le statistiche, ma nel 2003 abbiamo segnato più di tutti, abbiamo subìto meno gol di tutti, abbiamo vinto un campionato, una supercoppa italiana, un Pallone d'Oro con Nedved, siamo arrivati in finale di Champions League e se avessimo tirato meglio un rigore sarebbe andata ancor meglio. Al di là del dispiacere di aver perso un po' di contatto con la testa è chiaro che se la Roma continua su questo passo sarà difficile tenergli testa, se però loro dovessero mollare noi dovremo farci trovare pronti. La Roma da 6 mesi sta tenendo livelli straordinari ma noi faremo l'impossibile per recuperare». Lippi passa poi ai singoli: «Davids fino a giugno sarà un giocatore della Juve, se ritroverà la condizione sarà importante per la squadra, deve lavorare tranquillo. Lui non è turbato dalle voci di mercato, è abituato a stare sui giornali, appena sarà a posto potrà dare il suo contributo». Lippi esclude che ci sia un caso Trezeguet: «C'è stima reciproca tra di noi, è uno dei più forti giocatori al mondo: per una volta che non l'ho fatto giocare dall'inizio non si può dire che è venuta meno la stima tra di noi. È uno che fa gol in qualsiasi modo». Sull'argomento Nazionale Lippi ribadisce un pensiero già espresso in altre circostanze. Trapattoni ha detto che non resterà sulla panchina azzurra ma l'allenatore della Juve guarda in casa propria: «L'ho fatto una volta di andar via dalla Juve quando avevo ancora un contratto e non voglio rifarlo, devono casomai mandarmi via. Voglio vincere alla Juve il sesto scudetto in otto anni, vorrei centrare la mia quinta finale in Champions League e cercare di vincerla. Se dovessi vincere non andrei certo via perché non mi mancherebbero gli stimoli e rimarrei qui per vincere ancora. Fino al giugno 2005 non ho altri pensieri in testa che la Juventus. Mi dispiace sentir dire che se fallisco quest'anno devo andar via, mi sembra sbagliato giudicare il mio lavoro per una sola stagione. Fino a poco fa ci consideravate imbattibili, ricordatevelo».