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UN GRAZIE al sindaco di Roma Walter Veltroni per la solidarietà che gli ha espresso, ma che vuole estendere ...

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È questo il messaggio di Carlton Myers dopo la sconfitta della Lottomatica Roma sul campo della Metis Varese, con la sua prestazione (23 punti) accompagnata dai cori razzisti di parte del pubblico locale. «Ringrazio il sindaco Veltroni per la solidarietà che mi dimostra - dice il giocatore che è stato alfiere della squadra italiana ai Giochi olimpici di Sydney 2000 - e se mi permette la giro a chi, italiano o meno, riceve identico trattamento domenicale in tutti i nostri stadi. A Varese è così, da sempre. L'anno scorso, quest'anno, probabilmente l'anno prossimo. E non soltanto a Varese, ma in decine di altre città. Dire che ci sono abituato, che certi cori non mi fanno più nè caldo nè freddo, è sicuramente la verità, ma è solo una parte di essa. L'altra parte della verità riguarda la sfera della stupidità umana, che negli insulti razziali evidentemente celebra la parte peggiore di se stessa». Al match assisteva anche il ministro Bossi - prosegue Myers - mi hanno riferito che non avrebbe preso le distanze da quei cori, e da quegli insulti... Non so, non l'ho visto, non ci ho parlato. Se fosse vero sarebbe grave. Ma la sensazione è che quei tifosi considerino me e gli altri giocatori neri esattamente dei bingo bongo, tanto per usare un'espressione del ministro. E la cosa non aiuta a fare dell'Italia quel bel Paese che tutti vorremmo che fosse». Myers, come detto, ha ringraziato il sindaco Veltroni, che ha stigmatizzato gli episodi di Varese. «L'amicizia profonda di tutta la nostra comunità, di una metropoli che ha fatto della convivenza tra i popoli e le culture uno dei suoi valori più profondi e più sentiti dai cittadini». È quanto ha espresso il sindaco in una lettera inviata Carlton Myers. «So che non è stata la prima volta e che anche in altre occasioni da parte di settori ben determinati del pubblico dei tifosi le sono state indirizzate espressioni offensive e razziste», ha scritto Veltroni a Myers. «Domenica c'è stato un elemento in più - continua il sindaco della capitale - che ha reso l'episodio ancor più inaccettabile e grave: nel parterre del palazzetto dello sport di Varese era presente Umberto Bossi, il quale, riferiscono i testimoni, non ha in alcun modo preso le distanze dal comportamento provocatorio dei teppisti che la insultavano». Veltroni ha aggiunto che «l'idea che un ministro della Repubblica possa assistere con indifferenza, forse anche con qualche compiacimento, a una esplicita manifestazione di razzismo mi dà i brividi, anche se purtroppo non mi sorprende da parte di un personaggio con i suoi precedenti e che solo pochi giorni fa parlava degli immigrati chiamandoli Bingo Bongo». «Cerco di immaginare - ha proseguito Veltroni - quanto debba essere frustrante e doloroso, per un atleta, sentirsi giudicare da certi sedicenti tifosi non per le proprie qualità sportive ma per il colore della pelle. La replica a Veltroni è affidata al leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato. «È incredibile che Veltroni coinvolga il ministro Bossi nella vicenda. Cosa poteva fare Bossi? Davvero Veltroni ha fatto una cosa strumentale. Come fa un uomo a bloccare dei tifosi imbecilli in un palazzetto? Le parole di Veltroni, quindi, sono assolutamente fuori luogo. E soprattutto lo è il riferimento alla questione dei Bingo Bongo, cosa che abbiamo già chiarito: non si tratta di un'espressione razzista ma di un modo simpatico e un tempo molto usato di definire gli astuti africani con poca voglia di lavorare».

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