L'arbitro e Calaiò rilanciano il Pescara
La squadra di Zeman reclama un rigore (che c'era). Il bomber abruzzese decide il match
Il Pescara li guadagna contro un Avellino sempre più ultimo in classifica, ma comunque avversario valoroso che in diverse circostanze ha messo in difficoltà i biancazzurri ed è stato privato di un rigore a detta dei più, netto. Ma stavolta, per una volta, era determinante riprendere il cammino dopo tre partite senza vittorie, e nessuno a Pescara si è lamentato per il "come" si è arrivati a questo 1-0. Per dirla tutta, anche i biancazzurri di Ivo Iaconi hanno collezionato tantissime occasioni da gol, concretizzando con Calaiò (settimo centro personale) nel primo tempo. Il match è veemente già nei minuti iniziali, esattamente come si aspettava Ivo Iaconi alla vigilia, tra l'altro condizionata da un vento fortissimo. Ed è la squadra di Zeman ad avvicinarsi nella zona di Santarelli; l'ex Ivan Tisci conclude di potenza (7'), palla fuori di non molto. Due occasioni le colleziona il Pescara tra il 10' e l'11', prima con Caccavale che sparacchia alto da buona posizione e poi con una combinazione Calaiò-Palladini a due passi dalla porta. Poco tempo per rilassarsi, visto che al 16' l'Avellino va davvero vicino al gol: colpo di testa di Contini, miracolo di Santarelli e per poco Sardo non riesce a replicare in rete. Capovolgimento di fronte e Calaiò lascia partire una bordata ribattuta alla grande da Anania. Non ci si annoia, insomma, e al 22' una bomba di Moretti su punizione impegna Santarelli con i pugni. Palladini festeggia la trecentesima gara con la maglia del Pescara e decide di farsi un bel regalo, anzi di regalare un assist d'oro a Calaiò (26'); l'attaccante di testa colpisce prima il palo, poi la palla finisce in gol per l'1-0. Gli ospiti replicano subito con Millesi (stop e tiro, deviato da Santarelli), i biancazzurri ci provano con Cecchini (punizione, deviazione plastica di Anania). Al 32' è di nuovo Cecchini a inventare per Calaiò, splendida conclusione di testa, altro prodigio di Anania. Il tempo si conclude con un sinistro velenoso di Millesi, di un soffio a lato, che manda su tutte le furie il portiere biancazzurro. Brivido al 13' della ripresa, quando Tisci conclude, Dicara tocca involontariamente e la palla esce fuori a Santarelli battuto. Giampaolo è sempre Giampaolo e, quando decide di fare il brasiliano, non ce n'è per nessuno: dribbling continuato in area e tiro quasi perfetto, un metro a lato di Anania. Oltre alle difficoltà tattiche imposte dall'undici di Zeman, nel secondo tempo bisogna fare i conti con un vento sempre più forte, che spira contro i biancazzurri. Calaiò ha sui piedi l'occasionissima del 2-0 (23') ma, dopo aver saltato i due centrali, non riesce a superare il numero uno avversario, ancora una volta bravo. L'Avellino non è morto e, un attimo dopo, sorprende la difesa del Pescara colpendo la traversa con Kutuzov, ma precedentemente c'era stata una trattenuta (fallo da rigore?) di Dicara su Millesi . I continui capovolgimenti di fronte divertono il pubblico presente, ma tengono sulle spine Iaconi e i suoi. Iaconi che inserisce Bellè per Calaiò e sposta Cecchini a centravanti; doppio cambio anche di Zeman, poi via Giampaolo per l'ingresso di Stella e dentro Alteri per Cecchini. La partita giocoforza si addormenta e il Pescara può finalmente festeggiare il ritorno alla vittoria, che mancava un mese. Un sospiro di sollievo, ma sarebbe esagerato dire che la formazione di Iaconi è guarita completamente.