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dall'inviato TIZIANO CARMELLINI EMPOLI — La Roma non si ferma più.

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Più forte degli attimi di follia di alcuni suoi «tesserati» che non hanno forse ancora capito che anno è questo. Più forte delle critiche dei detrattori di turno e delle bombe gettate a volto coperto in uno spogliatoio che sembra blindato. Ma soprattutto più forte di tutte le altre del campionato. Capello voleva chiudere in testa. Detto fatto: sei punti dal Milan (che oggi aspetta l'Udinese a San Siro e dovrà recuperare il match col Siena), la Juve lì dietro e le altre adesso non contano. Anche a Empoli vanno diecimila romanisti e finisce in torello, cori e stornelli. È una Roma spettacolo che ora può fermarsi e godersi in pace le Feste. Il 2004? Ripartirà dal Milan e chissà, chi tra Capello e Ancelotti, sarà più preoccupato il giorno della Befana. Lima non cambia la Roma Il brasiliano autore dello show del venerdì e del rientro in extremis del sabato, va in panchina. Ma la cosa non cambia la Roma che scende in campo con il solito modulo, le tre punte e un Panucci a doppio servizio: quarto in difesa a sinistra quando l'Empoli attacca e esterno di centrocampo quando la Roma va in avanti. Vero, dalla parte sinistra del campo forse manca la spinta atletica di Lima, ma Capello sopperisce con la classe infinita di Cassano e lascia all'altra parte del campo (vedi Mancini) il compito di salire in verticale. È una Roma un po' diversa, ma che gira a mille e non ci mette molto a impadronirsi del campo. Un Dacourt stellare, in coppia con un fantastico Emerson dettano lì in mezzo i ritmi della partita. Così, all'ottimo Empoli di Perotti non resta altro che chiudersi dietro e provare a far qualcosa in contropiede. La svolta giallorossa Dopo dieci minuti in campo c'è solo una squadra: la Roma. Gli uomini di Capello macinano gioco e dopo un paio di sortite in avanti dell'Empoli (ottima l'uscita sui piedi di Pelizzoli al 13' su Rocchi), Totti cambia marcia e la Roma decolla. Scambio a centrocampo con Cassano che senza la spinta di Lima a sinistra è costretto a fare gli straordinari. Il barese lancia di prima Carew a rete e il povero Pratali per fermare un metro e novantacinque di norvegese in slancio, non può far altro che falciare. Pieri non ha dubbi: è rigore. Dopo due minuti buoni di proteste, Totti va sul dischetto (23'). Implacabile. Fa uno a zero per la gioia dei diecimila romanisti che trasformano il Castellani in un Olimpico in miniatura. Ottavo gol stagionale del capitano, secondo su rigore: e la Roma decolla. Totti uccide l'Empoli La squadra di casa accusa la botta, nessuna reazione. Così è ancora la Roma a fare la gara, Totti e compagni crescono, il possesso di palla è a tratti imbarazzanti, sull'orlo del «torello». Dopo una buona punizione dal limite di Cappellini Totti chiude l'incontro. La cosa parte ancora dai piedi del compagno barese che fa show a centrocampo serve senza guardare il suo capitano sulla destra. Totti guarda la porta, vede sfilare al suo fianco un lanciatissimo Mancini, ma non resiste: è cucchiaio. D'oro anche questo (secondo del capitano quarto stagionale dei giallorossi) che vale il raddoppio, il nono gol a Totti (sesto consecutivo) e mette i tre punti al sicuro. Ripresa, è routine Dopo l'intervallo rientra in campo un Empoli più motivato, pronto a dare tutto e di più per provare a fermare gli uomini di Capello che mantengono comunque il pallino del gioco. Troppa la differenza tecnica tra i due organici, come troppa la padronanza del campo dei due centrali giallorossi. Emerson e Dacourt smontano pezzo per pezzo le velleità dei padroni di casa, Cassano continua a nascondere il pallone agli uomini di Perotti e i minuti scorrono inesorabili per loro. Capello cambia, regala qualche attimo di gloria a D'Agostino in campo per Cassano e, udite udite, il barese stavolta esce sereno, rimedia il buffetto di Tempestilli e lo ricambia con un calciotto scherzoso. È un altro Cassano, ma soprattutto un'altra Roma e adesso viene il bello.

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