Processo-Juve: fughe e silenzi
E il giudice: «Cosa vuole, che ci troviamo io e lei da soli?». È su questo siparietto che è ruotata l'udienza di ieri del processo per i farmaci alla Juventus. Tanto deciso sui campi di gioco, l'uruguaiano, una volta in tribunale, si è trasformato in un pulcino intirizzito. Colpa, dice Luigi Chiappero, uno degli avvocati di Antonio Giraudo e Riccardo Agricola, amministratore e capo dello staff medico della società bianconera, del can can mediatico che si è scatenato attorno alla vicenda. Troppo difficile affrontare tutti quei taccuini e tutte quelle telecamere. «Io così non sono in grado di rispondere», ha detto Montero dopo avere messo in fila una lunga sequenza di monosillabi. Giuseppe Casalbore, giudice che governa il processo con piglio deciso, lo ha incalzato ironicamente: «E io cosa devo fare? Me lo dica lei. Mica posso mandarli via». È finita con il rinvio della deposizione al 12 gennaio. Ma per Montero le conseguenze potevano essere più pesanti, perchè di solito a un testimone non viene permesso di rifiutarsi di parlare. «Questo - ha tuonato Chiappero - non è il vero processo. Il vero processo lo abbiamo fatto quando parlavano i consulenti tecnici di accusa e difesa, senza che ci fosse tutta questa pressione». L'avvocato, in apertura di udienza, aveva anche chiesto al giudice di mandar via la tv. Il motivo? Il procuratore Raffaele Guariniello ha deciso di trasformare il processo in uno spettacolo, e con le sue prese di posizione (si legga una certa intervista a «Le Monde», ma anche gli articoli di tanti altri quotidiani) ha creato un clima intimidatorio. Risultato: i giocatori non sono sereni. Da Guariniello, che in parte aveva già smentito «Le Monde», nessuna replica. Anche perchè il giudice Casalbore, quell'istanza, l'ha respinta. Via libera alla televisione, dunque, e via libera all'ennesima sfilata dei testi illustri. Baggio, Ravanelli, Peruzzi, Lombardo, Amoruso e Ferrara (oltre a Montero, mentre Zidane e Inzaghi hanno dato forfait) si sono alternati per parlare - visibilmente impacciati - di flebo, integratori e medicine. Qualcuno ricordava di più, qualcun altro di meno, tutti si fidavano del «dottore». Baggio ha affermato di non sapere cosa fosse la creatina, Ravanelli e Amoruso che cercavano sempre di capire cosa prendevano, Ferrara di essere un elemento che si impegna a fondo e che quindi necessita di sostanze (lecite) che lo aiutino a recuperare. La Procura, che cerca di dimostrare come alla Juventus si praticasse il doping «mascherato» attraverso l'uso di farmaci senza necessità terapeutiche, sono convinti di aver messo altro fieno in cascina: pensano che siano emerse contraddizioni e piccole gaffe. Agricola, per esempio, aveva dichiarato che Ravanelli prendeva un prodotto chiamato Liposom perchè stressato dopo la nascita del figlio, ma in aula «penna bianca» ha giurato di non avere mai avuto problemi psicologici. Intanto, all'uscita, dopo aver tolto gli abiti di testimoni i calciatori riprendevano a conversare con i cronisti di argomenti più consueti: Nedved «Pallone d' Oro», Juventus favorita per lo scudetto, Lazio in lizza per un posto fra le prime quattro.