Prima una breve sinfonia poi un grande portiere
Forse brilla già una fuga giallorossa che spaventa gli attardati, come capita abitualmente quando Capello prende il largo imponendo ritmi rassicuranti. Forse l'ex Carlos Bianchi, profeta ancora beatificato nel Boca Jrs, ha usufruito dentro lo stadio di Yokohama degli stessi spifferi fortunati che proiettarono Ancelotti verso l'occasione intercontinentale, dopo quella Champions League acciuffata sempre grazie alla roulette dei rigori. Proprio vero: il calcio impone, prima o poi, amare compensazioni, nonostante i rossoneri ritenessero d'aggiungere al loro blasone questo sedicesimo trofeo fuori patria (record leggendario, sopra ogni club) quasi per diritto divino. Vuoi mettere gli estri iniziali di Totti e i suoi fratelli durante il posticipo ai danni degli ispidi modenesi? I tifosi romanisti possono applaudire un coro collaudato, dove non stona nemmeno l'ultimo dei gregari. Ammesso che si possano definire in modo comunque riduttivo i sostegni centrocampistici approntati per valorizzare appieno il tridente comprensivo di Carew; o lo sbalorditivo Lima, èrima che il Modena esalti la bravura di Pelizzoli. Altro che Intercontinentale. Durano poco gli equilibri ammirati dentro l'Olimpico giallorosso, soprattutto perché il rigore di Totti arrivato troppo presto sembra avere un effetto soporifero nel prosieguo dei primi della classe. Comunque qui non c'è trippa per gli incursori modenesi, certamente più pericolosi nelle precedenti sfide alle altre pretendenti del campionato. Qui comandano Totti, Mancini e l'ubriacante Cassano. Momenti d'apertura tipo Real Madrid, un copione esaltante, una sicurezza difensiva che fa pensare al Boca straripante di festeggiamenti. Certo, proveniamo anche dalla riabilitante quaterna juventina a spese degli ingenui parmensi, ma il rinsavimento di Lippi non spaventa la Roma fuggitiva. Certo, vincono con procedure diverse perfino interisti e laziali, ma solo amnesie improvvise e oggi impronosticabili renderebbero credibile il rientro nell'area scudetto di Zaccheroni e Roberto Mancini. La Roma vola, il realismo di Capello proteggerà senza spaventi i suoi sontuosi automatismi. Con buona pace dei milanisti che rientrano beffati dal Giappone. E che chissà come si riaccosteranno ai prossimi impegni (tipo Roma-Milan, 6 gennaio 2.004), pure se la cassa di risonanza a loro favore resta assordante.