di DANIELE DI MARIO CIASCUNO di noi ha la sua bestia nera.
Il sortilegio non si spezza neanche a Kiev, dove l'Inter gioca benino, segna, ma spreca troppo e alla prima disattenzione viene punita. La gara stenta a decollare. Forse per il freddo, forse per l'importanza della posta in gioco. Fatto sta che la prima conclusione arriva al 16'. È di Rincon, che chiude troppo l'angolo del suo sinistro dall'interno dell'area. L'Inter si sveglia poco più tardi, arrivando al tiro con buona frequenza. Ma Shovkovsky di pericoli veri ne corre due. Al 32' l'estremo difensore della Dinamo deve superarsi per respingere una botta al volo di Adani, mentre al 42' capitan Zanetti sfiora il montante con un destro in diagonale. La trama della gara è chiara. A giocare di più è l'Inter. La Dinamo si limita a contenere (i tre attaccanti interisti a larghi tratti sono marcati a uomo) e a creare varchi per i centrocampisti. Qualcosa di più fanno gli uomini di Zaccheroni. Vieri e Cruz si muovono molto, al fine di non dare punti di riferimento ai difensori avversari e creare spazi per Emre, Zanetti e Pasquale. Dei due esterni, l'argentino pare quello più convinto. Pasquale, invece, dovrebbe osare di più, anche perché Peev e Dmytrulin non danno preoccupazioni. Van der Meyde fa da raccordo tra l'attacco e la mediana. Però negli ultimi sedici metri l'Inter pecca di precisione, anche a causa della difesa ucraina, che attende gli avanti milanesi per lasciar loro meno spazi possibile. Nella ripresa, Zac le prova tutte, inserendo Martins. Il cambio non sembra sortire gli effetti sperati. L'Inter anzi è meno brillante. Cruz comunque al 15' supera Shovkovsky in uscita, ma non trova la porta. Ad andare vicina al gol è la Dinamo, ma Almeyda salva sulla linea al 17'. L'occasionissima capita (19') ad Adani, ma Shovkovsky si supera. Il gol è rinviato al 23', quando Adani, di testa piega la Dinamo. Pare fatta, invece in mischia al 40' arriva il pareggio di Rincon, frutto della solita disattenzione difensiva dell'Inter. Per i nerazzurri è solo Uefa. Ma quanta rabbia.