di MASSIMO CICCOGNANI ALTRO che doping amministrativo invocato negli ultimi tempi da ...
C'è un processo in corso sul doping farmacologico che vede sul banco degli imputati proprio la Juventus, che sembra essere in dirittura d'arrivo. Sei mesi al massimo e si conoscerà la sentenza sul caso che ha sconvolto il mondo del calcio. A garantirlo è il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, che ha avviato l'indagine processuale nei confronti della Juventus, ad ammetterlo. E lo fa in una intervista rilasciata al quotidiano francese Le Monde. Parole dure, chiare. Sotto accusa c'è proprio quella squadra per la quale tifa il procuratore Guariniello, che ricorda. «Non nascondo che sono un grande tifoso della Juventus - ha dichiarato a Le Monde — sin da quando mio padre mi portava allo stadio per vederla giocarla. Quando ami una squadra, il desiderio è quello di vederla come un esempio da seguire, in tutti i settori». Un rammarico pronunciato quello di Guariniello, voglioso di portare alla luce la verità. Juve inquisita per frode sportiva per aver somministrato, si legge nel capo d'accusa, prodotti pericolosi per la salute. Un altro passo in avanti Guariniello lo ha fatto con l'ultima deposizione di Gianluca Vialli che ha ammesso che il medico sociale (dott Agricola) gli somministrava regolarmente prodotti farmaceutici al di là delle sue necessità. «È un elemento a favore dell'accusa e questo che mi fa essere fiducioso sulla conclusione del processo. Noi abbiamo già evidenziato un punto fondamentale quando uno dei tre imputati, il farmacista - Giovanni Rossano - che riforniva i medicinali, ha deciso di riconoscere la sua colpa - la contraffazione di prescrizioni mediche e la ricettazione di prodotti ospedalieri vietati alla vendita - e di patteggiare la pena -. Per quanto riguarda quest'ultimo, la sentenza si avrà a conclusione dell'udienza del 19 dicembre -. Gli altri due accusati — sempre secondo quanto riferito da Guariniello a Le Monde —, il medico sociale della Juventus, Riccardo Agricola, e l'amministratore delegato, Antonio Giraudo - accusati di frode sportiva, ricettazione e somministrazione di prodotti pericolosi per la salute -, rischiano da 6 mesi a 8 anni di prigione». Il procuratore è convinto che le prossime audizioni, porteranno a dei risultati importanti. Il 19 sarà ascoltato Zidane, dal quale Guariniello si aspetta molto. «L'avevo già ascoltato due volte, ma mai durante il processo e con lui mi auguro di ascoltare la testimonianza di altri giocatori (Pippo Inzaghi, Roberto Baggio e Angelo Peruzzi). Mi aspetto soltanto che dicano la verità. Sono testimoni in un processo e sono tenuti a raccontare con esattezza ciò che è successo nel loro club». Guariniello esclude che come nel caso del prof. Conconi, si possa andare incontro ad un lieto fine per decorrenza dei termini. «Siamo in dirittura d'arrivo e nella peggiore delle ipotesi la sentenza arriverà prima dell'estate 2004. La nostra inchiesta ha generato una presa di coscienza sul fenomeno doping nel calcio. Ho appurato che nel laboratorio di Roma non si cercavano anabolizzanti per cui non si poteva mai accertare se un atleta fosse dopato o meno. Il Coni dopo la nostra scoperta ha chiuso il centro. Dopo la sua riapertura più di tredici giocatori sono risultati positivi al nandrolone. La cosa più bella è stata l'adozione di una legge sul doping che prevede pene pesanti, anche se non essendo retroattiva, non può essere applicata al processo in corso che riguarda fatti precedenti al 1998. Ma vogliamo la verità». Fiducioso, instancabile, Raffaele Guariniello. Il primo successo lo ha ottenuto con il farmacista Giovanni Rossano, perché nessun indagato, che si professa innocente, ricorre al patteggiamento che è una ammissione di colpa. E sono questi indizi, oltre alle ammissione di alcuni atleti, a spingere Guariniello alla ricerca della verità. Per la salvaguardia del calcio, perché il doping, quello vero, che non ha niente a che vedere con quello amministrativo, va debellato. Costi quel che costi.