Una squadra irresistibile pronta a volare sempre più in alto
Roma implacabile su tutti gli antagonisti meno ispirati, come se questo blitz riuscito fosse dedicato pure all'organizzazione juventina, così deludente l'altra sera sotto i colpi laziali. Ora comandano Capello e Ancelotti, accomunati da una imperforabilità difensiva che risulta quasi sempre indispensabile per catturare lo scudetto. Vuoi mettere le sbadataggini bianconere, quattordici gol già subiti, rapportate al rassicurante rendimento delle sentinelle giallorosse? O dell'accoppiata Nesta-Maldini, davvero fondamentale per sostenere la trazione anteriore e l'abbondanza di trequartisti gradite a Berlusconi? Nella dodicesima giornata di campionato si contempla soprattutto l'apertura evidente della crisi di nostra Signora, mentre i campioni che rincuorano Franco Sensi non perdono l'occasione di eguagliare, a quota trenta punti, il fantastico bottino rossonero. Nove vittorie e tre pareggi caratterizzano i due club che primeggiano in questa stagione, con riconoscibili analogie. Stessa imbattibilità e stessa esigenza di risultare spesso spettacolari, anche se la produzione offensiva scaturita dagli addestramenti specifici di Trigoria è più abbondante. Basterebbe ammirare Chivu, nonostante la microfrattura allo zigomo, per appurare quanto giovò perdere lo sprint estivo verso Legrottaglie, mortificato da Corradi nella resurrezione biancoceleste appena memorizzata dentro lo stadio Olimpico. Basterebbe sottolineare l'assurdo destino del Davids bianconero, tagliato fuori dalle sfide significative, per mettere in risalto gli orientamenti meritocratici che privilegiano tanto don Fabio quanto il pacioso Carlo nei rispettivi accampamenti, dopo tante esperienze accumulate. Invece Marcello Lippi bacchetta i giornalisti, salvo ammettere poi i troppi sbagli commessi causa l'eccessiva vanità. Ogni tecnico deve saper gestire i momenti difficili, accettando critiche e dubbi ampiamente documentati. Al contrario, finite le beatificazioni torna d'attualità il viareggino fumantino solo raddolcito dal successo. Che sta sfuggendo alla Juve prenatalizia, scivolata dopo tre k.o. in una perdità d'identità equiparabile al black-out della primavera 1991, quando il gestore era Maifredi. E Capello non perdona, indovinando sempre il minimo turnover che necessita alla sua avanzata da rullo compressore. E, con diversa procedura, Carlo Ancelotti rende la trasferta di Empoli propedeutica per avvicinarsi alla sfida intercontinentale contro il Boca Junior nelle migliori condizioni psicofisiche. In Toscana fa la differenza il panchinaro Kakà. Poi, il crollo juventino pare placare ogni polemica sugli arbitri, come dimostra quel gol empolese annullato da Racalbuto senza determinare scandali. Però la Roma deve vigilare nel prosieguo, anche se Emerson, Totti e Cassano impreziosiscono proprio schemi scintillanti. Forse ulteriori chiarimenti arriveranno da Roma- Milan, clou d'apertura del 2004. Forse gli sforzi di Sensi culmineranno nel quarto titolo tricolore.