TORINO — È allarme rosso alla Juventus.

Quella che sembrava un' armata imbattibile, è affondata con Inter e Lazio, accusando due sconfitte inequivocabili e una condizione atletica scadente. Meno traumatica, ma comunque indicativa del malessere, la sconfitta di Champions con il Galatasaray, contro cui Lippi ha schierato le seconde linee. E ora in casa bianconera regna la preoccupazione: più ancora che dal ritardo nei confronti della vetta della classifica, la Juventus è spaventata dallo sconcertante ruolino di marcia con le big: la miseria di due punti in quattro partite, frutto del pareggio casalingo contro la Roma (quando Totti, però, sbagliò una palla-gol al '90) e di quello strappato a San Siro contro il Milan. I bianconeri, che sono rientrati alle 3 di notte dalla trasferta nella Capitale, ieri mattina sono tornati ad allenarsi alla Sisport di Torino e c'è stato il primo faccia a faccia tra Lippi, Moggi e la squadra, al riparo da sguardi indiscreti. Le porte del centro d'allenamento erano infatti rigorosamente chiuse e non è stato organizzata alcuna conferenza-stampa, come pareva possibile, se non probabile, ieri sera, prima del match contro la Lazio. Silenzio quasi assoluto anche da parte di Luciano Moggi. «Non ho alcuna dichiarazione da fare, mi spiace - ha detto al telefono — non è morto nessuno, vedremo il da farsi». Piccole, ma significative ammissioni: qualcosa va cambiato e la Juventus è pronta a operare anche sul mercato. Solo un mese fa, raggiunta la certezza della qualificazione agli ottavi di Champions, lo stesso Moggi aveva detto che l'unico movimento bianconero a gennaio sarebbe stata la partenza di Fresi. Ora invece sembra certo l'arrivo di un difensore (Oddo il più gettonato), ma probabile anche quello di un centrocampista (Stankovic resta uno dei primi obiettivi). «Non drammatizziamo», ha detto e ripetuto Lippi. Ma il contraccolpo è stato forte e il tecnico bianconero non ha risparmiato le critiche nè a se stesso («La responsabilità è mia»), nè alla squadra («Dopo il primo tempo avrei dovuto cambiare sette-otto giocatori»). Improvvisamente, i problemi di Lippi sono tanti: dalla difesa che prende troppi gol all'attacco dove Trezeguet è isolato e riceve passaggi con il contagocce. Ci sono veterani che sembrano accusare il peso degli anni - è il caso di Montero, fino all'anno scorso il collante della retroguardia - altri ormai confinati in panchina, come accade a Davids, al quale Lippi non ha chiesto aiuto neppure quando la squadra affondava sotto i colpi della Lazio. Altri problemi: Camoranesi ha perduto forse le ultime chances di riconquistarsi la stima della società, dopo avere rotto i ponti l'estate scorsa arrivando in ritardo al raduno; i nuovi, Legrottaglie e Appiah, si sono persi per strada dopo un promettente inizio di stagione. E c'è il problema-Del Piero, più che mai in difficoltà a ritrovare il passo dopo i 45 giorni passati ai box per l'infortunio al polpaccio. Lo stesso Nedved ha perso smalto, mentre Di Vaio è tornato a sbagliare palle-gol a ripetizione (almeno quattro tra Dortmund e Roma). Il match di Champions League con l'Olympiakos, mercoledì sera al Delle Alpi, è diventato un test ben più interessante rispetto alla partita platonica prevista fino a dieci giorni fa. Almeno un punto i bianconeri devono farlo a tutti i costi, altrimenti rischiano di perdere anche il primo posto del girone. E sarebbe uno smacco vedersi superare dalla Real Sociedad, sprofondata nei bassifondi della Liga spagnola, o dal Galatasaray.