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Lippi furioso: «Non siamo in crisi»

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In verità, la parola non è comparsa nei titoli di prima pagina dei giornali, in questi giorni, ma il tecnico bianconero ha fiutato l'aria e intuito che la squadra, pur avendo al proprio attivo una serie di risultati strepitosa, a Roma con la Lazio si gioca una importante fetta di scudetto, perchè in questo campionato anomalo chi perde una partita rischia subito di venire staccato. «Paragonandolo ai miei tanti momenti vissuti con questa squadra - esordisce Lippi - questo è uno dei momenti migliori. C'è grande serenità, anche se non facciamo come gli struzzi e abbiamo esaminato bene la situazione. Ma sento attorno a noi aria di esagerazione e non mi va. Come esagerazione era quando, una settimana fa, qualcuno mi chiedeva se eravamo imbattibili. No, non lo siamo, come non siamo nemmeno in crisi per una partita persa. E anche se ne perdessimo due o tre, sarebbe lo stesso. Ci vuol altro per fare cambiare i nostri programmi». Che sono, per chi non lo ricordasse, puntare ad avere tutti i 24 titolari in piena forma entro Natale, e poi proseguire scegliendo di volta in volta la squadra migliore pescando però dall'intera rosa. «Obiettivo - precisa Lippi - che non è stato ancora raggiunto, perchè c'è ancora chi non è in sintonia con i compagni, dal punto di vista psichico e fisico. Ma so di avere una squadra competitiva e il livello eventualmente più basso di automatismi, conseguente ai continui cambi di formazione, è ampiamente compensato dal maggiore coinvolgimento di tutta la rosa». Ritardatari a parte (Lippi non fa nomi, ma Tudor, Pessotto, Fresi, Zalayeta e Camoranesi sono gli indiziati, mentre Del Piero ha il valido alibi di essere stato fuori squadra per oltre un mese), Lippi ammette però che esiste un problema difesa: «Non siamo come gli struzzi, affrontiamo i problemi esistenti. È vero che abbiamo preso troppi gol (12, ma in realtà sarebbero 14 perchè Buffon ha parato due rigori) per pretendere di vincere lo scudetto con questo ruolino di marcia, ma la colpa, se c'è, è di tutta la squadra e non solo di un reparto. Così come a volte per la critica è facile cercare un capro espiatorio, ma Del Piero contro l'Inter ha giocato male nè più nè meno degli altri. È uno dei tanti campioni qui dentro che hanno fatto vincere trofei straordinari alla Juventus, è bene ricordarlo». Naturalmente la Lazio viene considerata una avversaria di grande livello e soprattutto «ancora in corsa per tutto». L'anomalia di questo campionato è evidente: contano praticamente solo gli scontri diretti e perdendone due di seguito, una squadra di vertice rischia di allontanarsi pericolosamente dal vertice. Lippi è però d'accordo solo in parte su questa teoria, che per ora è suffragata comunque dai fatti: «Può essere così nel girone di andata, quando le cosiddette piccole ti affrontano a viso aperto perchè tanto sanno che un punto o zero non fa molta differenza e non hanno ancora la smania del punticino in più o in meno. Ma nel girone di ritorno cambierà tutto e affrontarle sarà molto più difficile, vedrete».

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