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Ricucci si defila, avanza San Marino

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L'uomo di Capitalia vende un altro 2%, futuro sempre incerto

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Punto primo: Capitalia e Ricucci cedono quote e l'aumento di capitale da 120 milioni rischia di slittare a gennaio (in terza convocazione). Il piano-Baraldi (5 mesi di stipendi in azioni), inevitabile corollario, è sempre più in bilico. E la cordata di San Marino avanza. Cronaca d'un complesso momento societario. Con un pericolo: procrastinare a gennaio la ricapitalizzazione determina la necessità di rinegoziare l'accordo con i giocatori. La società ci proverà di nuovo: chiederà alla squadra di differire i termini della conversione di mensilità in titoli (per risparmiare 11 milioni), altrimenti dovrà pagare cash. L'intesa con il gruppo scadrà il 20 dicembre: ecco perché l'attuale dirigenza ha fissato per il giorno precedente, il 19, un tentativo estremo. Ieri l'Ad Masoni ha ufficializzato le modalità d'azione. Per deliberare l'aumento di capitale servirà la presenza in assemblea di 2/3 del pacchetto azionario, cioè di circa il 34%. E qui nasce qualche problema: perché Ricucci ha diluito la propria partecipazione nella società scendendo dall'11,5% fino al 2,50%. Secondo voci non confermate anche Capitalia (che cerca nuove sinergie per rilanciare il club, Colaiacovo, Barilla, Merloni, il sultano del Bareihn e Alessandri le opzioni) avrebbe dismesso una piccola quota (ora ha il 5%). Diminuisce quindi la soglia certa per deliberare l'aumento di capitale: ora la Lazio, con tutta la quota-Cirio (2,9%) tocca circa il 20% (dentro oltre a Ligresti e Bnl anche Puma, con 1,60%). Nuovo incarico alla Proxitalia per raccogliere le deleghe (numero verde 800-123-795): D'Amico testimonial. Una corsa contro il tempo. Che non sarà supportata dalla cordata di San Marino, già evidentemente in possesso d'una quota importante del pacchetto azionario biancoceleste, probabilmente superiore al 10%. L'avvocato Riccardi, procuratore speciale del gruppo, ha preso posizione: niente trattativa con Capitalia. E conferenza stampa verità per il 22 dicembre. Infine il suo messaggio: «Di riscontro a quanto affermato dalla dirigenza biancoceleste in concerto con Capitalia, per rispetto dei tifosi e per coerenza della nostra azione, ribadiamo che non vi sarà mai nessun contatto professionale con l'istituto di credito, né con i suoi delegati per raggiungere un accordo fortemente pregiudicato dall'atteggiamento usato nei nostri confronti. E i tentativi indiretti di contattarci con forme inadeguate e poco professionali appaiono anacronistici». Quindi i tifosi, la Curva Nord. Che vigila e promette mobilitazioni per chiedere spiegazioni sulla mancata apertura nei confronti della cordata. Infine le scadenze: entro il 31 marzo il club dovrà rientrare nei parametri economici dettati dall'Uefa. Fab. Mar.

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