Coppa Italia Contro il Palermo decidono un gol dell'attaccante e le parate di Zotti
Capello aveva detto di tenere a questa competizione: mentiva. Già, perchè a vedere la squadra che è scesa in campo e la voglia che i giocatori hanno messo nella partita d'esordio in questa competizione sembrerebbe il contrario: o forse interessa solo a lui. Il risultato è stata una partita inguardabile, con Chivu unico titolare vero e con tutti quei giocatori che fin qui hanno fatto panchina: o infermeria. I giallorossi erano distratti dalle vicende societarie? Forse, o più semplicemente la testa era già a Chievo, o forse la Coppa Italia è davvero una «coppetta» per i calciatori. Note positive? Poche, il ritorno con gol di Delvecchio e il giovane Zotti: migliore in campo dei giallorossi... non a caso. E' un'altra Roma Capello lo aveva annunciato alla vigilia che la partita di Coppa Italia sarebbe servita a far ritrovare il campo a coloro che mancavano da tempo e per testare le condizioni dei grandi assenti. Si rivedono Delvecchio, Candela e addirittura Sartor dal primo minuto. Stesso modulo, ma degli undici titolari poche tracce. C'è solo Chivu a dirigere la difesa (Capello stavolta però lo ha messo nel mezzo) con Dellas a destra e Panucci sulla sinistra. Centrocampo mai visto con Sartor al posto di Mancini, Candela sulla sinistra e al centro la coppia inedita De Rossi-Tommasi. Novità anche in avanti con Delvecchio in coppia con Carew. Vantaggio immeritato Primi quarantacinque minuti a dir poco inguardabili, con la Roma immobile e il solo Palermo a cercare di costruire qualcosa: a dire il vero pochino. Brutta cosa, considerando che in campo ci sono la capolista di serie A e la seconda in classifica del torneo cadetto. Il tabellino del primo tempo parla chiaro: tiri in porta del Palermo 5, della Roma 0. Anzi uno, quello che al 41' porta la squadra di Capello in vantaggio: immeritato. Lo realizza Delvecchio al termine di un batti e ribatti davanti ai pali difesi da Santoni a seguito di un calcio piazzato partita di piedi del solito D'Agostino trattato poi con caparbia da Panucci. Per il resto è nebbia, con la Roma che non pressa, non fa gioco e, palesemente, con la testa altrove. Ripresa anche peggio Poca cosa anche la ripresa. Ed è sempre il Palermo a fare la partita costringendo prima Panucci, poi Zotti a salvare il risultato in extremis. Ma la Roma trotterellando tiene, i minuti passano e Capello, per dare un po' di qualità al centrocampo manda dentro Emerson e Mancini. Non c'è dubbio, va meglio, ma questa partita, questa «coppetta» Italia sembra interessare sempre meno... forse anche a Capello. Seconda e ultima puntata il 17 dicembre, giorno del match di ritorno a Palermo: sperando di vedere un'altra Roma. Quella vera.