I biancocelesti crollano a Siena. Doppietta di Taddei e Menegazzo chiude i conti
Stavolta è stato un pianto. Senza scuse, senza attenuanti, nemmeno un assistente di linea troppo fiscale e con qualche diottria in meno. La Lazio non c'è più, la banda Mancini affonda nella città del Palio senza lottare, senza dare segni di vita. Un elettroencefalogramma piatto che può anche preoccupare in vista del proseguio di una stagione finora maledetta. Non c'è mai stata partita, il Siena ha vinto con merito mettendo sotto gli avversari in tutte le parti del campo. Ora, basta parlare di scudetto e altre scemenze del genere, meglio puntare alla zona Champions League, che, per quanto visto ieri sera al Franchi, è già un obiettivo esagerato per una squadra svuotata, stanca e vecchia. Difesa ridicola La banda del buco si è materializzata a Siena. Mihajlovic ha commesso degli errori incredibili, Couto non lo ha mai aiutato. La coppia centrale più anziana del mondo (quasi settanta anni in due) e naufragata al cospetto di Ventola, Flo e Taddei, mica Vieri e Zidane. Oddo ha provato a resistere finché ha potuto, poi si è arreso pure lui. Zauri ha confermato di essere impresentabile in una grande squadra quale la Lazio vuole restare. La tecnica di accompagnare l'avversario fino all'area per poi concedergli sempre il cross oppure la giocata facile non si vedeva dai tempi di Nardecchia, illustre sconosciuto della Lazio calleriana. Negro è entrato quando la frittata era già fatta e non è riuscito a metterci una pezza. Eccoli i gol, ben tre, del Siena. Al 41' cross di Guigou, rimpallo tra Ventola e Couto, Dabo sembra un busto del Gianicolo e Taddei segna indisturbato. Altri due minuti e l'ex interista si beve Mihajlovic (clamorosa la disattenzione del serbo che si è fatto soffiare la palla) e serve sempre a Taddei una palla solo da spingere in porta. Nel recupero del secondo tempo anche la beffa della rete del brasiliano Menegazzo, sempre su assist dell'imprendibile Taddei. Esame di coscienza La Lazio aveva cominciato bene la partita. Al 5' minuto Stankovic aveva battuto una punizione alla Tacchinardi senza attendere il fischio di Bertini: palla a Liverani e rete di Fiore. Per tutti, non per l'arbitro, anche stavolta vince il bianconero, quello del Siena. Al 18' Stankovic aveva tirato fuori un gol che era più facile segnare. E invece il serbo ha calciato in curva e non contento ha impreziosito la sua scialba prestazione con l'inutile espulsione per proteste nei confronti di un assistente di linea, tale Copelli, un po' troppo protagonista. Tant'è. Per il centrocampista è in arrivo una lunga squalifica perché dopo ha anche preso Copelli per un braccio e ha l'aggravante di essere capitano. La Lazio è tutta qui, nervosa e a tratti isterica. Nella ripresa inutili e sterili attacchi fino alla punizione finale di Menegazzo. Mancini impotente Il tecnico si è presentato in panchina nonostante la febbre e tre chili in meno per i problemi intestinali che lo hanno messo ko negli ultimi giorni. Non aveva cambi in panchina, ha provato a far girare la partita ma nessuna mossa ha svegliato una squadra irriconoscibile che sta mostrando la faccia peggiore di se stessa. Ci sono le assenze, tante, troppe, a parziale scusante, ma il discorso non regge anche perché ci sarà pure un motivo perché i giocatori della Lazio in questa stagione sono sempre infortuanti. Tempo per rimediare c'è, in coppa e in campionato, anche se ora è fondamentale soprattutto pensare a rifondare una rosa vecchia e in disarmo.