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Baldini: «Il doping? Ne esiste solo uno»

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Botta e risposta, colpi di fioretto ed affondi con la spada sono all'ordine del giorno e ieri, dopo l'ennesimo assalto firmato Moggi, la società giallorossa ha deciso di rispondere, affidando pensieri e parole al Direttore Sportivo Franco Baldini. «E' stato un atto dovuto perchè siamo stati tirati in ballo e questa volta non basterà il giochino di non aver fatto nomi. La legge prevede che si può agire se l'interlocutore capisce di chi si sta parlando anche se dall'altra parte si parla in astratto. Il presidente è molto amareggiato specie quando ha sentito parlare di frode sportiva e concorrenza sleale. Valuterà con i propri legali se ci sono gli estremi per una denuncia». Baldini poi difende l'operato del numero uno. «Nè io nè Moggi, che prendiamo soldi dal calcio, ci possiamo permettere di indicare a chi, di denaro ne mette, come gestire o se lasciare la guida della società. Si è parlato di frode, sono dichiarazioni inopportune e poco eleganti da parte di chi non è l'interlocutore giusto». Moggi ha parlato di campionato falsato da parte di chi non ha il bilancio in regola. «Non dobbiamo rendere conto a lui. Siamo controllati ogni mese e se Sensi ha scelto di dilazionare il pagamento all'erario dovendo pagare il 30% in più all'Irpef, è una scelta che fa parte di una strategia ben precisa e lecita». Baldini cerca di capire le ragioni di certe dichiarazioni. «Se intendeva spostare il tiro dai loro problemi di doping o dai favori arbitrali, ha raggiunto il suo scopo. Ma se voleva solamente destabilizzare un ambiente temibile e competitivo, allora sappia che nè lui nè altri ci riusciranno perchè la Roma è compatta e sarà forte fino alla fine. Non si è lamentato nessuno dei giocatori perchè tutti vogliono perseguire lo stesso obiettivo tecnico. Per il resto vogliamo rispetto, lo stesso che noi portiamo agli altri, ma se tutto deriva dal fatto che la Roma fa paura, allora lo prendiamo come un atto di stima». Non sembra proprio una corsa ad armi pari. «Dal punto di vista mediatico non lo è, e nemmeno da altri punti di vista. Lo è invece dal lato tecnico e se alla fine vinceranno loro gli stringeremo la mano, a patto che sia una mano pulita che non ricorra a bassezze». Il diesse giallorosso poi parla di Moggi. «Si avvale di una rete di amicizie importanti e per questo è il re del mercato. Non esiste donna incinta di un figlio maschio che non sia stato già opzionato da lui. Per questo gli faccio i complimenti. Ma se devo pensare a lui come il difensore dell'etica sportiva, non posso farlo». Tornando ad un campionato che non sarebbe regolare se vinto da una squadra alle prese con doping amministrativo. «Guarda caso gli unici campionati regolari per Moggi sono gli ultimi due, quelli vinti dalla Juventus. Ma se il processo per doping rivelasse qualcosa, toglierebbero gli scudetti ai bianconeri? Non lo so. Posso solo dire che la Roma sta lavorando per mettere tutto in regola rispettando le scadenze». Poi, il ds romanista diventa sibillino. «Ci sono molti disoccupati nel calcio, e se chiedete loro perchè, vi risponderanno che se non fai parte di un certo giro, non hai vita facile. Io parlo di queste cose, vedrete dove sarò il prossimo anno, non so se avrò la possibilità di scegliere ed attenzione, vi prego di non parlare di mafia. Sdrammatizzo e dico che vorrei smettere, ma non ho il coraggio. Magari però a tornare a fare un lavoro più tecnico, quello si». Il doping? «Sono abbastanza sereno che i controlli funzionino». La Gea? «Non è quello il problema, tutto sta nelle regole». Moggi deferito? «Gli estremi ci sarebbero, noi lo siamo stati per molto meno, lui non lo è mai stato anche in casi più gravi». Luc. Col.

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