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DOPO L'INTERVISTA CHOC A «STRISCIA»

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Il mondo del ciclismo si ribellaL'ex ct Martini: una denuncia anonima spesso si fa per rivincite personali

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Fonte: Libera, l'associazione di don Luigi Ciotti), ma qui ci si accapiglia ancora sulle esternazioni anonime di ciclisti a «Striscia la Notizia»; ci adeguiamo e riportiamo le ultime (stizzite) reazioni dal mondo delle due ruote. Paolo Bettini, numero uno del ciclismo mondiale, è infastidito dalla «gratuita e disgustosa strumentalizzazione della morte di ragazzi che con tutta probabilità sono deceduti per cause congenite». Per l'ex ct Alfredo Martini «una denuncia anonima si fa per rivincite personali: se lo scopo fosse la lotta al doping non ci sarebbe motivo di nascondersi». Ma chi ha la memoria lunga sa che Filippo Simeoni, pentito venuto allo scoperto, fu squalificato per 2 anni dopo aver ammesso la sua colpa, e quindi emarginato in seno al gruppo (dagli all'infame). «Sì, ma Simeoni ora corre senza problemi», ribatte Francesco Moser, presidente del sindacato internazionale dei corridori: «Si parla sempre di ciclismo e mai di altri sport. Forse perché qui i controlli sono più seri, e vengono fuori più atleti positivi» (nel 2003 squalificati 15 ciclisti professionisti, 4 per Epo, uno per Nesp - l'Epo sintetica, uno per nandrolone, 3 per corticoidi). E intanto prosegue il «toto-pentito». «Non sono io». Cristian Fanini, che corre nella formazione «Amore e Vita» del padre Ivano, nega - in una sua dichiarazione - di essere il ciclista «pentito». «Ho letto alcuni quotidiani - dice Fanini - nei quali si indica la mia persona come quella intervistata in relazione alle accuse di doping nel mondo del ciclismo nella trasmissione «Striscià». Mi preme a questo proposito - conclude Fanini - far sapere che non sono io la persona che ha fatto quelle dichiarazioni». Da segnalare infine che il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello acquisirà nei prossimi giorni la cassetta «incriminata».

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