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Recuperato il barese, Capello ha l'imbarazzo della scelta ma una certezza: le tre punte

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Tutti pronti per spingere sull'acceleratore fino a Natale e tentare l'aggancio alla vetta. Chissà se domani Carletto Mazzone, come scherzosamente ha dichiarato, si darà veramente malato nel leggere la rosa giallorossa. Prima di tutto farà il suo ritorno in squadra Christian Chivu. Il romeno è stato costretto a saltare il derby a causa di una sublussazione alla spalla, ma ora, complice la sosta, è completamente ristabilito e pronto a riprendere il suo posto in quella che al momento è la difesa meno battuta del torneo ed aiutare Pelizzoli a mantenere la lunga imbattibilità. Ma non è il solo ad essere uscito dall'infermeria. Sempre per quanto riguarda il pacchetto arretrato, Panucci ormai è tornato in piena forma e poi ecco Cassano che, comportamenti estrosi a parte, ha smaltito i postumi di una contusione alla caviglia ed un fastidio alla tibia, e quindi è a disposizione per tornare a formare il tridente con Totti e probabilmente Montella, anche se John Carew, anche per lui niente più problemi al ginocchio, è lì che scalpita per dare il suo contributo. A centrocampo, invece, è stato recuperato al cento per cento Tommasi e la convocazione in nazionale lo ha dimostrato, ma l'azzurro per ora dovrà accontentarsi della panchina. Buona la condizione anche di Candela, che recentemente ha avuto qualche problema. Per il resto, qualche affaticamento muscolare senza troppe conseguenze, patologie figlie degli impegni infrasettimanali delle varie nazionali. Zebina vuole restare «Il mio contratto è in scadenza, ma voglio trovare un'intesa. Il mio obiettivo è quello restare qui anche perché qualcosa è cambiato da inizio stagione». Zebina appare determinato anche se il suo nome è stato spesso accostato a vicende di mercato. «La Roma sembrava non fosse interessata a tenermi, ora invece si e ne ho avuto la dimostrazione, sono un uomo di parola, e non mi vedo andar via gennaio senza dire niente a nessuno». Il difensore ormai è un titolare fisso. «La verità è che ho usato la mia arma migliore: la volontà. Mi sono concentrato al massimo durante gli allenamenti ed è bello non sentire più quei sussurri quando mi arriva la palla». Il sogno è quello di diventare qualcuno. «E questo si sta avverando grazie ai miei compagni, vicino a me ci sono grandi campioni, i migliori in circolazione». Ma la Roma non è solo la difesa. «Totti è un capitano giovane, ci sono poi Mancini e Cassano. Abbiamo un gruppo per aprire un ciclo. Penso che siamo i più forti in assoluto, ma bisogna dimostrarlo». Si parla delle bizze di Cassano. «Il giocatore si conosce e bisogna essere comprensivi. L'importante è quello che riesce a dare la domenica. Se giocherà a Bologna di certo non mi darà fastidio. Lui è uno troppo leale: se una cosa non gli va bene, scatta subito, ma nella vita e soprattutto in questo ambiente molte volte non lo puoi fare». Il cruccio di Zebina è la nazionale. «Il ct ora sta favorendo i giocatori che giocano in patria, ma la mia mancata convocazione l'ho presa come una mancanza di rispetto». Domenica la Roma gioca a Bologna. «Trasferta pericolosa perché andiamo a giocare in casa di una squadra che non sta bene. Il pericolo è sottostimare l'avversario ma noi siamo in corsa e dobbiamo prendere punti». La chiusura di Zebina è sul tema del terrorismo. «La situazione internazionale sta peggiorando e spero che non si arrivi ad una guerra. Facciamo riflettere la gente, ma i terroristi non so se ne hanno voglia». Il contratto di Emerson Un altro nodo è rappresentato dal rinnovo dell'accordo con il brasiliano. Il procuratore sarà a Roma la prossima settimana per parlare con la società, ma intanto il Barcellona sembra pronto a presentare un'offerta per il centrocampista già nelle

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